Riconoscere gli studenti geniali?
I professori vanno a un corso

Un master per geni. Per la prima volta in Italia, l'Università di Bergamo, attraverso il Cqia organizza un corso di perfezionamento su «Il riconoscimento della superdotazione degli studenti e i problemi educativi e didattici che ne conseguono».

Un master per geni. Per la prima volta in Italia, l'Università di Bergamo, attraverso il Cqia (centro per la qualità della didattica), organizza un corso di perfezionamento su «Il riconoscimento della superdotazione degli studenti e i problemi educativi e didattici che ne conseguono».

Il via sabato 25 febbraio alle 9 nella sede delle facoltà umanistiche di via Pignolo. Il corso ha 26 iscritti, soprattutto docenti delle elementari e delle medie. Per dieci weekend i docenti impareranno a insegnare ad alunni positivamente diversi. All'incontro di apertura saranno presenti il rettore Stefano Paleari, e l'on. Valentina Aprea, assessore all'Istruzione, Formazione e Cultura della Regione Lombardia.

«Partiremo da biografie eccezionali – racconta il direttore del corso Giuseppe Bertagna – come Mozart, Churchill, Fischer. Per scoprire che ogni persona è in qualcosa iper, in qualcos'altro normo e in altro ancora ipo-dotata. Scopo dell'educazione è armonizzare le sproporzioni, in modo che si aiutino a vicenda, invece di ostacolarsi o crescere sbilanciate».

Il corso, che si avvale di tutor e di lavoro in aula e a distanza, intende far capire come vanno ottimizzate in ogni prospettiva le capacità delle persone. Costruire una didattica integrata è possibile.

«La scuola definisce degli standard – sostiene il pedagogista Bertagna – senza rendersi conto che lo standard è una realtà statistica, non assoluta. Le biografie famose servono per avvicinare le possibilità e i problemi degli iperdotati: Mozart, dotato tra l'altro di memoria musicale eccezionale, era dislessico, forse Asperger. Churchill era pure gravemente dislessico.

La scuola taglia a pezzi, ma nella vita non esiste separazione tra ragione e sentimento, aspetti della personalità iper e ipodotati: reagiamo sempre tutti interi. Di conseguenza, un maestro deve portare l'allievo a far collaborare i suoi diversi dislivelli, in modo da ottimizzare la sua risposta alla vita. Negli studenti con spiccate iperdotazioni, il meccanismo e i problemi diventano più evidenti, ma in misura minore è un fenomeno che interessa tutti».

Il corso, ogni sabato fino a giugno, tratterà degli allievi che presentano superdotazione cognitiva, sensoriale, motoria o manuale, solitamente ignorata nei percorsi educativi . «L'obiettivo formativo del corso – conclude Bertagna – è alimentare una cultura pedagogica e didattica che, attraverso una prospettiva di personalizzazione, sappia valorizzare e mettere a disposizione dell'apprendimento di tutta la classe la diversità di ciascun allievo, quindi anche la superdotazione».

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