Permesso di soggiorno «a punti»
Rivoluzione per l'immigrazione

Entra in vigore sabato 10 marzo l'«Accordo di integrazione» per i cittadini stranieri. Si tratta di un patto che gli immigrati dovranno sottoscrivere per poter ottenere il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno. In Bergamasca sono circa 3.000 le persone interessate.

Entra in vigore sabato 10 marzo l'«Accordo di integrazione» per i cittadini stranieri. Si tratta di un patto che gli immigrati che arriveranno regolarmente in Italia dal 10 marzo in poi, dovranno sottoscrivere per poter ottenere il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno.

L'accordo, che regolamenta diritti e doveri dello straniero e dello Stato verso la persona che lo sottoscrive, introduce anche il permesso di soggiorno «a punti». In Bergamasca sono circa 3.000 le persone che si stima possano firmare l'accordo d'integrazione nel primo anno dall'entrata in vigore.

E siccome tra gli obblighi dello straniero c'è quello di frequentare un corso di cittadinanza entro tre mesi dal suo arrivo sul suolo italiano e di conoscere la lingua (livello A2 parlato), la Prefettura di Bergamo ha sottoscritto un protocollo d'intesa con enti istituzionali, organizzazioni di categoria e privato sociale per poter attuare al meglio l'accordo d'integrazione.

Con il nuovo permesso «a punti», infatti, ad ogni persona che firma l'accordo vengono riconosciuti sin da subito 16 crediti. Entro i due anni della durata dell'accordo, il firmatario deve ottenere almeno 30 crediti, altrimenti rischia di non poter rinnovare il documento di soggiorno.

Per poter acquisire i crediti necessari, l'immigrato deve superare il test di lingua italiana (in base al livello viene assegnato un punteggio), deve seguire un corso di cittadinanza, oppure essere iscritto ad istituto di formazione scolastica o all'università.

Ma non solo: lo straniero acquisisce punti utili anche con la scelta di un medico di base (4 punti), iscrivendosi ad un'associazione di volontariato (4), accendendo un mutuo per la casa (6), svolgendo attività economica-imprenditoriale (4) e altro ancora.

Siccome la norma dell'«accordo di integrazione», voluto dal governo Berlusconi e confermato dall'attuale, è a costo zero per lo Stato, a Bergamo la Prefettura ha coinvolto il Consiglio Territoriale per l'Immigrazione per poter avviare i corsi e sostenere le verifiche, in modo da non gravare sulle casse dello Stato.

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