Spirano scommette sui tartufi
Inaugurata l'oasi tra il verde

C'è voluto più di un anno di lavoro. Gli spiranesi ieri quasi non credevano ai loro occhi: il fontanile dietro la cascina Boglio, conosciuto come «Montagnète», è ritornato a vivere, a pulsare dopo anni di abbandono.

C'è voluto più di un anno di lavoro. Via un muro alto quattro metri di rovi e sterpaglie, via una montagna di rifiuti, via baracche abusive e pollai. Gli spiranesi ieri quasi non credevano ai loro occhi: il fontanile dietro la cascina Boglio, conosciuto come «Montagnète», è ritornato a vivere, a pulsare dopo anni e anni di abbandono.

«Da quanto non entravo qui», l'alpino supera il cancello. «Venivamo da bambini – racconta –, per noi era un luogo incantato e lì c'era la roggia che corre fino a Brignano». Dietro di lui un fiume di gente intervenuta all'inaugurazione della tartufaia, il progetto portato avanti dal Comune di Spirano con Regione e Provincia. A fare gli onori di casa il sindaco Giovanni Malanchini, ospiti gli assessori regionali Giulio De Capitani (Agricoltura) e Daniele Belotti (Ambiente). Dal Pirellone sono arrivati 60.000 euro a fondo perduto.

«Questo progetto - rileva De Capitani – è stato riconosciuto meritevole di finanziamento. Sono soldi che arrivano dal Fondo agricolo europeo per lo sviluppo. La coltivazione di tartufi è un'opportunità. Ne ho già viste una decina in Lombardia, ci vogliono alcuni anni per andare a regime, ma poi dà risultati importanti, anche in termini di redditività». Belotti ha fatto i complimenti all'amministrazione comunale «perché si è riqualificata un'area in disuso, recuperandola sia dal punto di vista naturalistico che didattico». Spingendosi poi più in là. «E non si sa mai che dopo il tartufo d'Alba, si possa assaggiare il tartufo di Spirano».

E se per raccogliere i primi tartufi bisognerà aspettare almeno quattro, cinque anni, si potrà ora godere di quest'area che si estende su una superficie di 10.000 metri quadrati.

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