Donne al lavoro e mamme
Cisl: nessun passo in avanti

Sono 4.468 le lavoratrici lombarde che nel 2011 hanno lasciato il lavoro nel primo anno di vita del figlio. È quanto emerge dall'elaborazione condotta dalla Cisl Lombardia sui dati forniti dalla Direzione regionale del ministero del Lavoro.

Sono 4.468 le lavoratrici lombarde che nel 2011 hanno lasciato il lavoro nel primo anno di vita del figlio. È quanto emerge dall'elaborazione condotta dalla Cisl Lombardia sui dati forniti dalla Direzione regionale del ministero del Lavoro.

Si segnala un aumento dei casi nel settore dell'industria (1.030; +244) e del credito-assicurativo (270; +105), mentre si registra un calo nel commercio e nei servizi (1.358; -289), a conferma che la rigidità degli orari e dell'organizzazione del lavoro non favorisce la conciliazione fra famiglia e lavoro. Il 60,2% delle lavoratrici aveva tra i 26 e i 35 anni, il 28,5% tra i 36 e i 45 anni. Inoltre, nel 56% dei casi le dimissioni sono dovute alla carenza di servizi, alla mancanza di una rete familiare, al rifiuto da parte dell'azienda di concedere il part-time o un orario più flessibile.

Rispetto al 2010 si registrano 113 casi in meno, ma sostanzialmente il numero delle dimissioni si mantiene elevato e costante negli anni. «Non abbiamo fatto nessun passo avanti - commenta Rita Brembilla, responsabile del Coordinamento Femminile Cisl Lombardia -. Nonostante le risorse messe a disposizione da Regione Lombardia sul tema della conciliazione lavoro-famiglia, i numeri delle dimissioni non cambiano e i problemi di conciliazione continuano a rimanere tali».

«Occorrono progetti più incisivi e capaci di dare risposte alle famiglie e alle lavoratrici - aggiunge -. In una situazione di crisi così pesante, non poter contare sulla tranquillità economica nella famiglia crea tensioni e preoccupazioni importanti e ricade soprattutto sulle donne il peso della rinuncia al lavoro e quindi alla propria autonomia».

A livello territoriale, con 1.579 lavoratrici che si sono dimesse nel primo anno di vita del figlio Milano si conferma la provincia più colpita, seguita da Brescia (786) e Bergamo (705). In controtendenza con la seppur lieve riduzione di casi sono Varese, dove le dimissioni sono salite a 336 (+26 rispetto al 2011), Lecco con 195 (+11) e Como con 285 (+2).

«Anche a livello territoriale la situazione è pressoché uguale all'anno precedente con piccole variazioni in più o in meno, poco significative - aggiunge Brembilla -. I servizi comunali sono in costante riduzione e aumenta il carico del welfare sulle famiglie: occorre invertire questa tendenza».

Da qui le sollecitazioni della Cisl lombarda: potenziare i servizi alla prima infanzia; affrontare il tema delle rette degli asili nido, troppo elevate; intervenire attraverso la contrattazione per rendere gli orari più flessibili; aumentare la possibilità di utilizzo del part-time.

© RIPRODUZIONE RISERVATA