Pacì Paciana, musica a tutto volume
I residenti protestano: adesso basta

«Adesso basta. Abbiamo sopportato fin troppo. Esistono delle regole e, per favore, le rispettino anche loro». A parlare è il portavoce di un centinaio di famiglie che vivono a sud del centro sociale autogestito Pacì Paciana.

«Adesso basta. Abbiamo sopportato fin troppo. Esistono delle regole e, per favore, le rispettino anche loro». A parlare è il portavoce di un centinaio di famiglie che vivono a sud del centro sociale autogestito Pacì Paciana: le loro case sono quasi tutte nel territorio comunale di Lallio, visto che il centro sociale sorge in una laterale di via per Grumello di Bergamo, proprio al confine tra i due comuni.

«In particolare nei fine settimana, i venerdì e i sabato notte, la musica ad alto volume va avanti fino a tardissima notte, a volte fino alla mattina dopo. Ora che si avvicina la stagione estiva e il portone viene tenuto aperto, visto che è rivolto proprio verso sud, la musica viene sparata verso Lallio, impedendoci di dormire. Abbiamo fatto segnalazioni, scritto al sindaco di Bergamo, chiesto alle forze dell'ordine e alla polizia locale di Bergamo di intervenire, ma non cambia niente. Ora stiamo anche pensando di organizzare una class action contro il Comune di Bergamo, che è proprietario dello stabile. Io abito a 300 metri dal Pacì e il livello di musica, nel cuore della notte, è tale che sembra che il mio vicino abbia acceso lo stereo a tutto volume».

Le famiglie interessate vivono nelle vie Pagnoncelli, Verdi e Kennedy, ad alcune centinaia di metri, in linea d'aria, dal Pacì Paciana. Una protesta inascoltata, la loro, che assume quasi il tono di beffa quando scoprono che, in centro a Bergamo, la polizia locale ha imposto, con un'apposita ordinanza, la chiusura alle 23,30 a un locale pubblico, il «Ribeca» di via Moroni, proprio perché la musica era, a detta dei residenti, troppo alta.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 30 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA