Martinelli, la figlia dal carabiniere
«Lo stimo, volevo dirgli grazie»

«Ho voluto incontrarlo per stringergli la mano, dirgli quanto lo stimo per il suo lavoro e per quello che ha fatto per mio padre». Francesca Martinelli racconta così l'incontro, avvenuto giorni fa in caserma a Romano, con il vicebrigadiere Roberto Lorini.

«Ho voluto incontrarlo per stringergli la mano, dirgli quanto lo stimo per il suo lavoro e per quello che ha fatto per mio padre». Francesca Martinelli racconta così l'incontro, avvenuto giorni fa in caserma a Romano, con il vicebrigadiere Roberto Lorini, il carabiniere che, il 3 maggio scorso, convinse suo padre Luigi a desistere e a costituirsi dopo aver tenuto per sei ore in ostaggio uno degli impiegati dell'Agenzia delle Entrate di Romano.

«Lo avevo già incontrato quella stessa sera, ma non avevo avuto modo di esprimergli il mio grazie - spiega Francesca -, ecco perché gli ho voluto dimostrare quanto apprezzo la sua professionalità e il comportamento che ha tenuto. Ho avuto l'onore di poterlo incontrare di persona per rivolgergli un attestato di stima. Io l'ho conosciuto in quella circostanza, in cui ha avuto un ruolo fondamentale per la risoluzione positiva della situazione. Già mio padre lo aveva ringraziato, ho voluto farlo anch'io».

L'incontro è durato una manciata di minuti, alla presenza dell'avvocato Giuliano Leuzzi, il legale messo gratuitamente a disposizione dal Codacons di Roma all'imprenditore di Calcio. Con lui e la figlia c'era anche il fratello di Luigi Martinelli.

Intanto da mercoledì scorso l'imprenditore si trova agli arresti domiciliari: «Ora mio papà è a casa ed è sereno – confida Francesca – e attende con serenità il prossimo 5 luglio, data in cui il gip deciderà se accogliere, come ci auguriamo, la richiesta di patteggiamento a tre anni».

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