Calderoli: «Non mi sono candidato.
Maroni ora ha una marcia in più»

«Sia Bossi che Maroni mi hanno chiesto di candidarmi a segretario della Lega. Ma ho preferito non farlo e lavorare per la Lega perchè sono amico di Bossi, sono amico e stimo molto Maroni, e inoltre credo che in questo momento Roberto abbia una marcia in più. Era quindi giusto farmi da parte e appoggiare questa soluzione».

«Sia Bossi che Maroni mi hanno chiesto di candidarmi a segretario della Lega. Ma ho preferito non farlo e lavorare per la Lega perchè sono amico di Bossi, sono amico e stimo molto Maroni, e inoltre credo che in questo momento Roberto abbia una marcia in più. Era quindi giusto farmi da parte e appoggiare questa soluzione».

Lo ha detto il bergamasco Roberto Calderoli intervenendo al congresso federale della Lega. «Attenzione che se non rialziamo la testa, alle prossime elezioni rischiamo di fare la fine di Rifondazione Comunista e di non arrivare al 4%. Dobbiamo darci da fare fin da domani per convincere l'elettorato, visto che il 50% ancora non sa per chi votare. L'obiettivo è quello di tornare presto ad avere almeno il 10%. Per farlo dovremo lavorare compatti e uniti con il nuovo segretario, senza correnti».

«È gioco forza che dalla primavera 2013 la Lombardia abbia un presidente della Lega. Conviene anche a Formigoni passare il pallino».

«Per i fatti di via Bellerio ci vogliono medaglie, non condanne. Oggi siamo qua a parlare di quello che è successo nella Lega negli ultimi tempi, ma era già da tempo che qualcosa non funzionava all'interno del nostro partito. Ho lavorato molto per far andare d'accordo Maroni e Bossi, ho mediato. Ma quello che facevo di giorno, qualcuno lo distruggeva di notte».

«Bisogna chiudere i rubinetti con Roma, ma ci vuole coraggio. Se si decide di arrivare all'obiezione fiscale, non si grida secessione e poi si vanno a pagare le tasse».

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