30 anni di Caritas, il Vescovo ringrazia e rilancia: «La Chiesa sia attenta al territorio e ai poveri»

«La comunità cristiana sia più attenta e più al servizio del territorio». Lo chiede il vescovo, mons. Roberto Amadei, che ha celebrato la Messa, nella chiesa di Colognola, a conclusione delle celebrazioni per il trentennale della Caritas diocesana bergamasca. Il vescovo chiede alle parrocchie di lavorare insieme, di prendersi cura del territorio e dei più deboli, di imparare «il linguaggio dell’uomo moderno» per annunciare Gesù al mondo contemporaneo.Mons. Amadei, che ha ringraziato la Caritas per quanto operato nei suoi trent’anni di presenza, insiste: «Solo unendo la carità alla fede, l’amore di Dio a quello per il prossimo, riusciremo a servire autenticamente gli altri». Prima della Messa, in mattinata si è svolto un convegno per riflettere sulla «profezia» della Caritas oggi. Monsignor Maurizio Gervasoni, delegato vescovile e presidente della Caritas diocesana ha spiegato che la Caritas «analizza i bisogni e cerca in essi l’uomo, poi li affronta attraverso una progettualità ecclesiale e civile». Privilegiando il punto di vista sociale e politico, il senatore Domenico Rosati ha sottolineato le linee portanti dell’operato Caritas: «Criterio universalista che garantisca a tutti livelli adeguati di previdenza, sanità e servizi; impianto sussidiario, e quindi pluralità di soggetti che programmano gli interventi, con un ruolo insostituibile del potere pubblico; attenzione speciale agli “ultimi della fila”». Nel confronto con le diverse tendenze politiche attuali e il modello liberista, nascono per la Caritas sfide e prospettive future, «con l’obiettivo di rimettere in sintonia il concetto di solidarietà con quello di uguaglianza».

Sul ruolo della Caritas all’interno della comunità cristiana si è soffermato il teologo don Gianni Colzani: «La Caritas parrocchiale sia scuola di servizio per spingere l’intera comunità a ripensare il proprio atteggiamento verso la carità, e non si trasformi in un alibi per la delega delle attività assistenziali. Dai servizi si passi poi alla testimonianza personale attraverso la scelta di uno stile di vita coerente. La sobrietà, il commercio equo e solidale, il consumo critico e la banca etica sono le forme più emblematiche di questo percorso».

(26/02/2005)

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