Bossi non fa più il pienone
A Torre Boldone festa tiepida

Il vecchio leone continua a ruggire, ma la platea non è numerosa come una volta. E si riscalda molto meno. Più che per il messaggio politico, gli applausi sembrano solo per lui, il Capo, un tributo d'affetto per l'ex leader di un movimento in difficoltà.

Il vecchio leone continua a ruggire, ma la platea non è numerosa come una volta. E si riscalda molto meno. Più che per il messaggio politico, gli applausi sembrano solo per lui, il Capo, un tributo d'affetto per l'ex leader di un movimento in difficoltà.

È accaduto ieri sera alla festa della Lega Nord di Torre Boldone, dove Umberto Bossi è intervenuto con l'ex ministro Roberto Calderoli. E forse non è stato casuale il continuo richiamo del Senatùr al coraggio delle popolazioni padane: «Dobbiamo piantarla di piagnucolare e agire, se crediamo veramente nella Padania – ha detto –. Ma non si può cercare la libertà e poi esporre il tricolore. Le regioni del nord Europa non hanno paura, sono sempre in armi, impariamo da loro».

L'Italia, o meglio Roma, continua a essere il nemico pubblico numero uno di Umberto Bossi: «Non è vero che la Lega ha rubato – ha dichiarato – è una falsità inventata dallo Stato. C'erano le elezioni, dovevano cercare di distruggerci. Io ho lasciato un partito ricco, tanto che Roberto Maroni ha potuto regalare un milione di euro alle popolazioni dell'Emilia Romagna colpite dal terremoto».

E anche su eventuali rapporti tra il Carroccio e la mafia, il Senatùr non ha dubbi: «Non c'è nulla di vero. Nessun legame. La mafia si serve degli uomini migliori, quelli più intelligenti. Belsito è troppo scemo per loro».

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