«Romà» sui cartelli stradali
Divampa la polemica a Romano

Levata di scudi unitaria di tutte le minoranze del Consiglio comunale a Romano contro la prossima collocazione di cartelli stradali con la scritta «Romà», dicitura in dialetto bergamasco del nome della cittadina.

Levata di scudi unitaria di tutte le minoranze del Consiglio comunale a Romano contro la prossima collocazione di cartelli stradali con la scritta «Romà», dicitura in dialetto bergamasco del nome della cittadina. La mozione sottoscritta dai consiglieri del Pd e delle liste civiche «Romano Città d'Italia», «Unione Civica popolare» e «Per Tognoli sindaco» non verrà però discussa nella seduta del Consiglio convocata del 30 agosto.

«Non è stata depositata almeno 10 giorni prima della convocazione come prevede il regolamento» commenta la leghista Eliana Festa presidente del Consiglio comunale. Verrà quindi discussa in una successiva seduta prevista dopo la metà di settembre, quando i cartelli con la dicitura in bergamasco, molto probabilmente, saranno già stati collocati.

Si tratta di 12 cartelloni della misura di 2 metri per 70 centimetri con lettere bianche su sfondo marrone, per una spesa di circa quattromila euro. Dati forniti dall'assessore alla Viabilità, il leghista Marco Zanardini, con l'indicazione che l'installazione si sarebbe concretizzata entro agosto. Ora si vocifera di un lieve slittamento, mentre in città la questione tiene banco.

L'assessore Zanardini, assente per ferie, aveva motivato la scelta di collocare i cartelli toponomastici con la scritta «Romà» (con l'accento che, se dimenticato o cancellato, farebbe venire il mal di pancia ai leghisti ndr) perché c'è una carenza nella cartellonistica stradale che indica l'inizio del territorio di Romano e perché l'iniziativa si inserisce nella valorizzazione della cultura e della parlata locali. Aggiungendo che tale iniziativa era prevista nel programma elettorale della Lega Nord e nel programma di governo condiviso con il Pdl. Gli esponenti locali di questo partito su questa vicenda fino ad oggi, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito rimandando il tutto alla seduta in cui si discuterà la mozione delle opposizioni.

Opposizioni che, nel loro documento, chiedono alla Giunta desistere dal progetto dei cartelli in bergamasco, scrivendo che: «Non risulta che la provincia di Bergamo sia una zona considerata bilingue e che comunque il dialetto, nonostante ci sia molto caro e sia chiaro segno distintivo della comunità bergamasca, sia considerata una lingua ufficialmente riconosciuta». E poi chiedono di spendere meglio i soldi comunali in tempi di crisi, indirizzandoli verso «obiettivi di più stringente necessità».

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