Tangenti in Regione Lombardia
pressioni anche su altri funzionari

Un dirigente regionale che non accetta le pressioni e si rifiuta di firmare l'autorizzazione. E anche un secondo funzionario, che prende il posto del primo, e che subisce lo stesso pressing, ma alla fine asseconda le richieste dei suoi superiori.

Un dirigente regionale che non accetta le pressioni e si rifiuta di firmare l'autorizzazione. E anche un secondo funzionario, che prende il posto del primo, e che subisce lo stesso pressing, ma alla fine asseconda le richieste dei suoi superiori.

È il nuovo particolare che emerge dall'inchiesta della Procura di Milano nella quale sono indagati per corruzione l'ex assessore lombardo all'Ambiente, Marcello Raimondi, e gli ex vertici della Compagnia delle Opere bergamasca, Rossano Breno e Luigi Brambilla.

Un nuovo tassello che si aggiunge al puzzle dell'indagine sulle presunte tangenti per l'apertura di una discarica di amianto a Cappella Cantone, in provincia di Cremona. Nei giorni scorsi si era saputo che, secondo gli inquirenti, Raimondi, considerato il referente di Breno e Brambilla in Regione, avrebbe incalzato il funzionario Roberto Cerretti per fargli firmare la Valutazione di impatto ambientale, passaggio obbligato per il via libera all'apertura della discarica.

Il dirigente regionale, però, stando ad alcune testimonianze e alla ricostruzione degli inquirenti, si sarebbe opposto e poi, nei primi mesi del 2011, sarebbe andato a lavorare in un altro ufficio alla Protezione civile. Nel frattempo a vantaggio di Locatelli, stando all'inchiesta, sarebbero arrivati due provvedimenti: prima la delibera della Giunta regionale, approvata nell'aprile 2011 su proposta di Roberto Formigoni, e poi l'Autorizzazione integrata ambientale che dava l'ok definitivo alla discarica, il 26 settembre 2011.

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