Bullismo, gruppo di lavoro con l'Asl
Coinvolti scuola e famiglie

«Il tema del bullismo non deve essere sottovalutato e dopo il caso di Dalmine c'è la necessità di riflettere e di lavorare insieme». A dichiararlo il direttore generale dell'Asl di Bergamo Mara Azzi.

«Il tema del bullismo non deve essere sottovalutato e dopo il caso di Dalmine c'è la necessità di riflettere e di lavorare insieme». A dichiararlo il direttore generale dell'Asl di Bergamo Mara Azzi che ha anticipato a Bergamo Tv, durante la trasmissione «Bergamo in Diretta» del martedì - questa settimana dedicata proprio al bullismo - di voler organizzare un gruppo di lavoro sul questo argomento molto delicato e che sta interessando il nostro territorio. «Domani (oggi per chi legge, ndr) firmerò la delibera che istituisce ufficialmente il gruppo di lavoro - spiega Mara Azzi -. Vi faranno parte, oltre al direttore sanitario Giorgio Barbaglio e al direttore sociale Franco Locati, un rappresentante dell'Area Famiglia, del Dipartimento di Prevenzione medica, del Sert, e un esperto di "stili di vita". Al gruppo di lavoro anche un rappresentante della scuola nominato dal dirigente dell'Ufficio scolastico territoriale, Patrizia Graziani».

Firmata la delibera, il primo incontro è in programma già lunedì alle 9 in Asl: «Credo che la storia di Dalmine sia stato un campanello d'allarme per il nostro territorio e sono convinta che il bullismo sia un fenomeno presente, ma molto sottovalutato - continua Mara Azzi -. Anche per questo motivo, e per coinvolgere tutti gli attori sociali interessati, pensiamo di aprire gli incontri ai genitori». Obiettivo principale del tavolo di lavoro è acquisire gli strumenti più efficaci che permettano di formare poi gli operatori: ossia «formare chi deve formare», un gioco di parole che spiega un grande verità, la chiave per andare a fondo sul fenomeno: «È necessario che gli insegnanti abbiamo gli strumenti idonei per capire i sintomi e lavorare con le famiglie, così come anche le famiglie devono avere la possibilità di sapere a chi riferirsi per un sostegno e un aiuto».

E il direttore generale è molto scrupolosa sul tema: «È la prima volta che l'Asl crea un gruppo di lavoro su questo tema - spiega -, ma credo che siamo in un momento sociale che necessita anche di questo. Penso in particolare agli adolescenti e ai preadolescenti e a come spesso i ragazzi si sentano "abbandonati". Ma non è facile decodificare i sintomi, e i campanelli d'allarme sono molteplici e tutti molto significativi: c'è chi smette di mangiare e chi mangia troppo, chi diventa aggressivo». Così come non è facile per i genitori percepire il disagio, «soprattutto in una società e in un tessuto sociale che si fa sempre più fitto e complesso». E la questione si fa complessa anche per gli insegnanti, che devono quindi riuscire a scoprire il disagio e analizzarlo «attraverso i comportamenti» continua Mara Azzi che si interroga sul fenomeno: «I casi passati e il recente fatto di Dalmine sono la base da cui partire e su cui studiare approfonditamente: lavorare in squadra sul territorio è il meglio che possiamo fare per combattere il fenomeno».

E soprattutto per fare prevenzione e per sostenere chi è interessato dal fenomeno del bullismo: «La vittima, ma anche la sua famiglia e la scuola» commenta ancora il direttore sanitario.Che sottolinea: «Necessario capire il bullismo anche in rapporto alle diverse fasi di crescita del bambino/ragazzo, in una società dove i giovani sono spesso più fragili». E conclude: «È anche vero che oggigiorno c'è maggiore attenzione sociale, ma lo ribadisco: mai sottovalutare un fenomeno di questa rilevanza, che spesso si presenta in maniera latente, ma che come adulti e rappresentanti del territorio dobbiamo analizzare e combattere».

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