Bonetti, grave schianto a Macao
Varie fratture, non rischia la vita

Nella patria del gioco d'azzardo, Macao, quello che doveva essere un momento di gioia si è tramutato in tragedia: un morto, il portoghese Luis Filipe de Sousa Carreira, e un ferito grave, il bergamasco Stefano Bonetti. Colpa di una gara motociclistica, il Gp di Macao.

Nella patria del gioco d'azzardo, Macao, quello che doveva essere un momento di gioia si è tramutato in tragedia: un morto, il portoghese Luis Filipe de Sousa Carreira, e un ferito grave, il bergamasco Stefano Bonetti. Colpa di una gara motociclistica, il Gp di Macao, categoria Superbike, che in termini di pericolosità non teme rivali al mondo.

Colpa di muri, guardrail e reti di protezione che circoscrivono l'intero tracciato. Insomma, una sorta di Gp di Montecarlo in salsa motociclistica, ambientato nell'ex protettorato portoghese, ora Regione amministrativa speciale della Cina. Una follia per molti, una leccornia per altri, tra i quali appunto Bonetti.

Una chiamata fonte di grande orgoglio per Bonetti e i suoi tifosi: era dal 2004 che non si registravano presenze italiane a Macao. Segno che da allora non erano più stati individuati piloti degni o anche solo sufficientemente coraggiosi per schierarsi al via. «A Macao la velocità media e quella massima sono inferiori al TT - ci ha informato Bonetti -, ma non ci sono vie di fuga: qui quando sbagli vai a muro».

O contro le barriere di pneumatici, come accaduto ieri mattina al bergamasco nelle libere. Nel quarto giro, alla curva della Polizia, quando il contagiri segnava 160 all'ora, il «dritto» contro le barriere. Un botto tremendo che lo stesso pilota ha spiegato in ospedale: «Ho pinzato come nei passaggi precedenti ma la leva è andata a fondo, senza dare alcun rallentamento alla moto. Non riesco a spiegarmi come possa essere accaduto».

All'Ospedale San Januario gli sono state riscontrate fratture del malleolo mediale sinistro, della diafisi femorale sinistra, dell'osso tarsale e della vertebra L2, lussazione dell'articolazione tarso-metatarsale destra, pneumotorace destro con fratture alle costole quinta e sesta.

Nel pomeriggio l'incidente mortale, vittima il portoghese Carreira. Nel 3° giro il piccolo portoghese è finito a 220 km orari contro le protezioni alla Fisherman's Bend. L'impatto violentissimo contro le reti ha incendiato la Suzuki, mentre il 35enne di Lisbona è restato esanime ad alcuni metri di distanza.

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