I crediti dell'Asl verso gli ospedali
Amboni: «Vicenda inaccettabile»

«Si sapeva che da tempo la Guardia di Finanza era al lavoro negli uffici dell'Asl di Bergamo ma non se ne conoscevano i motivi» ha commentato Orazio Amboni del Dipartimento Welfare Cgil provinciali. «Ora, invece, le cause si conoscono».

«Si sapeva che da tempo la Guardia di Finanza era al lavoro negli uffici dell'Asl di Bergamo ma non se ne conoscevano i motivi» ha commentato Orazio Amboni del Dipartimento Welfare Cgil provinciali. «Ora, invece, le cause si conoscono, sempre ammesso che i controlli siano davvero terminati e non ci sia qualche altra sorpresa».

È il commento di Orazio Amboni (Cgil Bergamo) sui presunti crediti di 8 milioni di euro che l'Asl di Bergamo vanterebbe nei confronti delle strutture ospedaliere della Bergamasca.

Si tratterebbe di un vecchio credito di 8,3 milioni di euro, scoperto in mezzo a documenti contabili vecchi di dieci anni e più, ma che ora l'Asl di Bergamo vorrebbe recuperare. Tutto è nato da accertamenti della Guardia di Finanza sui bilanci di alcuni ospedali: ricevute le osservazioni dalle Fiamme gialle, l'Asl ha avviato verifiche sui rimborsi per i ricoveri tra il 1998 e il 2003. Sono così venute a galla somme che l'Azienda sanitaria locale aveva contestato agli ospedali sulla base di incongruenze tra le prestazioni e le spese calcolate da 16 strutture ospedaliere – pubbliche e private accreditate – di cui 10 in provincia di Bergamo e 6 sparse tra Brescia, Milano e Monza. Solitamente, quando vengono rilevate tali incongruenze, la cifra viene detratta dalle fatturazioni successive, ma nel periodo considerato parte delle somme non è tornata nelle casse di via Gallicciolli. Le cifre più consistenti riguardano i Riuniti di Bergamo e il Bolognini di Seriate, con oltre due milioni a testa.

E mentre i motivi del mancato rientro sono un mistero anche per l'Asl, la palla passa agli ospedali che potrebbero impugnare la richiesta, anche perchè le pratiche andrebbero in prescrizione trascorso un periodo di 10 anni.

Scrive Orazio Amboni in un comunicato stampa: «Stando alle delibere (dalla 1301 alla 1304, scaricabili dall'albo telematico del sito Asl) l'Asl sarebbe in credito di 8,5 milioni di euro (di cui 1,6 per interessi) da ospedali pubblici (65%) e privati (35%) per somme da recuperare in seguito ai controlli dei Noc e mai versate, o quantomeno mai incassate e messe a bilancio dall'Asl per il periodo che va dal 1998 al 2003. Poiché, dicono le delibere, i controlli sono partiti dai bilanci degli ospedali, è presumibile che da là i soldi siano usciti ma non siano poi arrivati all'Asl o, quantomeno, non siano stati inseriti nei bilanci Asl per tutti e sei gli anni».

«Ed è certamente difficile - dice Amboni - credere che vi sia stato un accordo segreto tra tutti gli ospedali, di cui alcuni da fuori provincia, per non pagare».

Amboni ipotizza due possibili spiegazioni: una direttiva occulta della Regione o una negligenza amministrativa dell'Asl. 

«Anche nella meno delittuosa delle ipotesi - conclude Amboni - da questa vicenda esce un quadro davvero poco lusinghiero delle capacità gestionali del management sanitario lombardo, selezionato con i ben noti criteri di appartenenza politica; un quadro ancor più inaccettabile se si pensa ai sacrifici che tutto il sistema sanitario, pubblico e privato, sta affrontando in questi tempi di tagli».

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