Strada del lago, situazione grave
ma il battello piace ai bergamaschi

Alle 7 il battello «Lovere» è attraccato al pontile di Tavernola dove ad attenderlo c'erano studenti e lavoratori. Sul fronte politico, la situazione della frana, ha creato sconforto tra i tecnici della Provincia e i sindaci del lago.

Puntuale come un orologio svizzero, alle 7, il battello «Lovere» è attraccato al pontile di Tavernola dove ad attenderlo c'erano una cinquantina di studenti e qualche collaboratore scolastico diretti agli istituti superiori di Lovere. Il battello era salpato da Costa Volpino all'alba e alle 6 aveva fatto il suo primo scalo all'imbarcadero di Lovere. Poi è ripartito verso Tavernola facendo anche tappa a Riva di Solto e Castro, dove ha imbarcato alcuni operai che lavorano nel Basso lago. Dopo un'ora di navigazione, ha raggiunto Tavernola.

Tutti soddisfatti per la tempestiva soluzione organizzata dal Comune di Tavernola con la Navigazione del lago d'Iseo per contenere i disagi causati dall'interruzione dell'ex statale 469 ostruita da due grosse frane a Castro e Portirone, frazione di Parzanica. Soddisfatti soprattutto i genitori, preoccupati per l'incolumità dei loro figli dopo i frequenti smottamenti degli ultimi tempi.

«Ora siamo più tranquilli - dicono -, ma lo saremo ancora di più se questo provvedimento verrà preso in via definitiva e non solo per l'emergenza». L'obiettivo è infatti quello di convincere gli enti preposti della necessità di spostare il servizio pubblico sul lago in via permanente. Più per necessità che per scelta, le corse giornaliere istituite in fretta e furia dalla Navigazione su richiesta del Comune di Tavernola saranno frequentate mediamente da qualche decina di persone al giorno, per lo più studenti e lavoratori pendolari che vogliono evitare le lunghe alternative dispendiose anche dal punto di vista del carburante della propria auto.

Le corse più utilizzate sono quelle di prima mattina, quando gli studenti partono da Tavernola (insieme a quelli di Predore, Parzanica, Vigolo e Sarnico) per raggiungere Lovere, e quella delle 14,10 che da Lovere li riporta a casa. Relativamente ai costi per gli studenti, la Navigazione Lago d'Iseo e la Sab, d'accordo con la Provincia di Bergamo, hanno fatto un regalo gradito alle famiglie degli studenti: almeno per i primi giorni, sui battelli sono validi i titoli di viaggio (cioè biglietti e abbonamenti) già emessi dalla Sab. Per gli altri passeggeri, l'andata e il ritorno costano 8,35 euro, mentre l'abbonamento settimanale (sei giorni) sono 13 euro e l'abbonamento di cinque giorni costa 12 euro.

Sul fronte politico, la situazione della frana, ha creato sconforto tra i tecnici della Provincia e i sindaci del lago riuniti in Via Tasso per fare il punto sull'ex statale 469. L'unico a mostrare un minimo di ottimismo è stato l'assessore alla Viabilità provinciale, Giuliano Capetti: «Insieme ai lavori, parte anche un'indagine puntuale per definire le dimensioni e l'origine di queste frane e del dissesto idrogeologico che le ha causate. Con i risultati in mano, vedremo poi come procedere».

Per il resto, sia il geologo incaricato dalla Provincia, Augusto Azzoni, sia il dirigente della Viabilità Renato Stilliti, hanno presentato ai sindaci un quadro preventivamente molto preoccupante. «Disastroso» l'ha definito Stilliti. «Aspettiamo la relazione definitiva del geologo. Ma è evidente che la situazione della litoranea è grave, perché le frane ormai si susseguono a intervalli di tempo sempre più ravvicinati. Oggi si aggiusta qui, ma domani? Se le previsioni verranno confermate, chiederemo alla Giunta di chiudere definitivamente la strada, perché non ci sono più le condizioni minime di sicurezza».

Non è pessimismo: «I massi caduti agli Orridi di Castro – ha spiegato il geologo – hanno sfondato barriere paramassi vecchie ma molto forti. Da una prima indagine sono visibili sui due versanti ampie fessurazioni tra le rocce pressoché verticali. Il rischio che scendano altre porzioni di materiale è altissimo». 

Per gli interventi in atto da martedì, è a disposizione una somma di circa 600.000 euro per sgomberare il materiale franato, ripulire i versanti dalla vegetazione, togliere le reti paramassi, far cadere le rocce rimaste imbrigliate. Poi procedere con le inchiodature delle porzioni di roccia instabile - là dove si può - e riposizionare nuove reti. Si tratta - come hanno sottolineato un po' tutti - di interventi necessari ma non sufficienti: per mettere davvero in sicurezza la litoranea serve ben altro.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 20 novembre

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