Scoppio Cama, il pm: a processo
Chiesto il rinvio a giudizio per 9

Poco più di un anno fa, il 25 novembre 2011, moriva Rosario Spampinato, operaio di 50 anni, nell'esplosione che aveva devastato l'azienda per cui lavorava, la cartiera Cama di Lallio: ora per quella morte e per la devastazione il pm ha chiesto il rinvio a giudizio di 9 persone.

Poco più di un anno fa, il 25 novembre 2011, moriva Rosario Spampinato, operaio di 50 anni, nell'esplosione che aveva devastato nottetempo l'azienda per cui lavorava, la cartiera Cama di Lallio: ora per quella morte e per la devastazione provocata dall'esplosione il pubblico ministero Maria Esposito, chiuse le indagini sulla tragedia, ha chiesto il rinvio a giudizio di nove persone, tra dirigenti, responsabili e personale dell'Asl e dell'ex Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro), e della stessa cartiera.

L'udienza preliminare è fissata per il 31 gennaio, davanti al giudice Giovanni Petillo: per tutti le accuse sono di omicidio colposo e disastro colposo in concorso, a cui si aggiunge per il personale Asl ed ex Ispesl quella di omessa denuncia di reato, in quanto pubblici ufficiali. In quella data compariranno quindi in udienza G. G., 72 anni di Vigevano, legale rappresentante della cartiera; G. M., 64 anni di Boffalora Sopra Ticino (Milano), direttore dello stabilimento di Lallio; E. G., 58 anni di Lallio, e M. C., 68 anni di Imbersago (Milano), che si sono succeduti nella qualifica di responsabili del servizio prevenzione della cartiera il primo dal '97 al 2008 e il secondo da quella data in poi; C. B., 89 anni di Milano, legale rappresentante della ditta costruttrice del generatore di vapore a olio diatermico esploso nella cartiera; A. B., 71 anni di Monza, responsabile dal '99 al 2007 del dipartimento ex Ispesl; G. C., 42 anni di Osio Sotto, e A. C., 41 anni di Torre Boldone, entrambi ispettori dell'ex Ispesl; e infine A. S., 61 anni di Sorisole, responsabile del Sisl (servizio impiantistica sicurezza del lavoro) dell'Asl di Bergamo dal 2002 al 2011.

Secondo l'accusa all'origine della tragedia ci sarebbe stata una crepa formatasi a causa della corrosione sul fondo dell'involucro in acciaio dell'evaporatore a olio diatermico, costruito dalla ditta di Corrado Bono e installato nella cartiera nel 1982.

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