I nuovi nonni in un'indagine
Antidoto per vincere la crisi

Non fanno le veci dei genitori ma in famiglia giocano un ruolo fondamentale, preferiscono considerarsi «àncore» piuttosto che «fari» per i loro nipoti e sempre più spesso aiutano, anche economicamente, i figli in difficoltà. Sono i nonni bergamaschi.

Non fanno le veci dei genitori ma in famiglia giocano un ruolo fondamentale, preferiscono considerarsi «àncore» piuttosto che «fari» per i loro nipoti e sempre più spesso aiutano, anche economicamente, i figli in difficoltà. Sono i nonni bergamaschi descritti nello studio di Cristiana Ottaviano, docente di Sociologia dei processi culturali all'Università di Bergamo.

La ricerca - premiata lo scorso dicembre dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nell'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni - ha preso in esame un campione eterogeneo (uomini e donne in egual misura, età media 65 anni, titoli di studio e professioni diverse), attraverso 160 questionari e una ventina di interviste fatte nei centri anziani della città e tra gli iscritti all'Università della terza età.

«Quanto i nonni siano importanti nella nostra società lo dimostra il fatto che le famiglie giovani, con figli piccoli, scelgono di vivere vicino ai nonni, di solito materni; una tradizione tutta italiana, che a Bergamo trova conferma» esordisce la sociologa. «Tutti gli intervistati si dicono consapevoli di svolgere un ruolo importante. In questa ricerca cade il pregiudizio che vuole i nonni impegnati a viziare i nipoti. Sanno di dover dare delle regole quando i figli non lo fanno, e hanno un ruolo di educatori supplenti, consci della fragilità dei genitori in termini economici ed educativi. I nonni sono importanti per i genitori di oggi - una generazione di mezzo in stato di sofferenza -, rappresentano un sostegno e ne sono consapevoli. Soprattutto quando la famiglia attraversa un momento di crisi - nelle separazioni, nella malattia, nelle difficoltà economiche - il loro appoggio è determinante».

I nonni del Sessantotto
Sono le nonne ad essere più presenti nella vita dei nipoti. Sono loro ad aiutare maggiormente i figli, anche dal punto di vista economico. Preparano i pasti e aiutano i nipoti con i compiti, mentre i mariti fanno da autisti-accompagnatori. Nel ruolo di nonne sono a loro agio, anche con i bambini più piccoli, mentre gli uomini preferiscono delegare la cura dei piccolissimi e occuparsene da quando iniziano a parlare. La Ottaviano li ha ribattezzati i nonni del '68. Una generazione cresciuta in pieno boom economico, pensione sicura, casa di proprietà, una visione positiva del mondo, un nuovo modo di fare coppia. Ci si chiede se daranno vita anche ad una nuova tipologia di nonni.

«I nonni di oggi non vogliono trasmettere insegnamenti alle nuove generazioni - spiega la sociologa -, provano imbarazzo nel farlo, non pensano che i valori nei quali hanno creduto possano essere un modello per i giovani. La vita è molto cambiata e loro non sembrano sentirsela di dare indicazioni. Sono un esempio concreto, non un modello ideale di riferimento».

Nel Duemila l'incontro tra nonni, genitori e nipoti avviene nello scambio reciproco di esperienze e conoscenze. Un esempio è dato dalle nuove tecnologie. I nipoti insegnano ai nonni a usarle, i nonni ricambiano con altre informazioni. «Usando dei simboli possiamo dire che gli anziani che hanno un ruolo attivo in famiglia e si confrontano con le nuove generazioni rifiutano di essere fari, fonti di luce che illuminano la strada, ma piuttosto àncore dal punto di vista economico e sociale». Continuando a lavorare o impegnandosi nel volontariato sono protagonisti di un invecchiamento attivo, una sorta di seconda vita che inizia nell'età matura.

Scambio tra generazioni
«La nascita del primo nipote è un'occasione di rinascita e di rinnovata energia per il nonno, che ha più tempo da dedicare ai nipoti rispetto a quando era genitore». Un'esperienza che riguarda anche gli anziani senza figli. «Abbiamo più anziani e meno bambini, e questo fa sì che le occasioni di incontro con l'infanzia si moltiplichino anche per chi non ha nipoti, i cosiddetti nonni biologici. È quel che avviene con i nonni-vigili o con chi si impegna nell'assistenza ai compiti».

La ricerca evidenzia un attivismo della terza età che non si può sottovalutare. «Ciascuno nella nostra società è portatore di competenze e risorse diverse - conclude la professoressa -. In una situazione di crisi come quella che stiano vivendo ci salviamo tutti insieme, non certo con la rottamazione degli anziani». Lo studio, oltre al testo scientifico, ha portato a un volume per i bambini e allo spettacolo teatrale «Alilò. Ri-nati nonni domani», che sarà presentato martedì prossimo all'Auditorium di piazza della Libertà nell'ambito del convegno «Ri-nascere nonni e nonne».

Camilla Bianchi

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