Yara, ecco il testo della lettera
che Napolitano scrisse ai magistrati

«Sarò grato se vorrà fornire ogni utile e consentita notizia sulla vicenda giudiziaria». Si chiude così la lettera che il presidente Napolitano ha scritto al procuratore generale di Brescia dopo aver ricevut, poco prima di Natale, una lettera di Maura Panarese in Gambirasio.

«Sarò grato se, nell'ovvio rispetto della normativa vigente in materia, vorrà fornire ogni utile e consentita notizia sulla vicenda giudiziaria». Si chiude così la lettera che il presidente Napolitano - per mano di Donato Marra, Consigliere di Stato e attuale segretario generale della Presidenza della Repubblica Italiana - aveva scritto nel dicembre scorso al procuratore generale di Brescia dopo che, pochi giorni prima di Natale, Giorgio Napolitano aveva ricevuto una lettera inviatagli dalla mamma di Yara Gambirasio.

Il testo - di cui anche L'Eco si era già occupato lo scorso mese di gennaio - è stato indirizzato dal presidente della Repubblica alla Procura di Brescia da cui Bergamo dipende. La lettera è stata mostrata in esclusiva da Sky Tg 24. La missiva di Napolitano appare dunque per la prima volta.

La lettera inviata alla Procura generale di Brescia da parte della Presidenza della Repubblica sulla vicenda di Yara Gambirasio è però una richiesta di informazioni sulla vicenda giudiziaria destinate al Presidente della Repubblica e non un invito ai magistrati bergamaschi di tenere maggiormente informati i famigliari della ragazza uccisa.

Lo ha detto all'agenzia di stampa «Ansa» il procuratore generale di Brescia, Guido Papalia, il quale ha spiegato che l'iniziativa degli uffici del Quirinale è conseguente alla lettera della madre di Yara a Giorgio Napolitano che lamentava una scarsa informazione da parte della Procura di Bergamo.

La missiva è quindi una richiesta di informazioni destinate al Quirinale il quale chiedeva se effettivamente vi fosse stata questa carenza. Carenza che Papalia ha già escluso, circa un mese fa, rispondendo al Capo dello Stato: «I colleghi di Bergamo - ha spiegato Papalia - mi hanno assicurato che tutte le informazioni possibili sono state fornite alla famiglia Gambirasio e di essere sempre disposti ad accogliere i suggerimenti della famiglia. Così come mi hanno assicurato come prosegue l'impegno nelle indagini che non è mai venuto meno».

ll Quirinale ha dunque risposto così alla richiesta della madre della ragazza di Brembate, da cui qualche mese fa aveva ricevuto una lettera in cui lamentava la conduzione delle indagini e la scarsa collaborazione del sostituto cui sono affidate, con la difesa delle persone offese.

Questo il testo della lettera alla procura firmata Donato Marra: «Illustre Procuratore generale, è pervenuta al Presidente Napolitano una lettera della Signora Maura Panarese, madre di Yara Gambirasio, che si duole della conduzione delle indagini relative alla morte della giovane figlia e, in particolare, della scarsa collaborazione del sostituto cui sono affidate con la difesa delle persone offese. Sarò grato se, nell'ovvio rispetto della normativa vigente in materia, vorrà fornire ogni utile e consentita notizia sulla vicenda giudiziaria».

Il presidente della Repubblica era intervenuto dopo la lettera che gli aveva inviato la madre di Yara. Maura, che aveva sollevato la questione dell'efficacia delle indagini, aveva scelto di rivolgersi al presidente («penso a lui come a un padre» aveva poi precisato a L'Eco di Bergamo) dopo due anni durante i quali la famiglia si era mossa sempre con compostezza e tutt'al più con semplici appelli.

Poi però, attraverso il proprio legale, la famiglia ha cominciato a sollevare dubbi e obiezioni sull'operato degli inquirenti. In particolare perché era stato negato l'accesso ad alcuni atti d'indagine. Fino ad arrivare alla lettera indirizzata al capo dello Stato nella quale veniva denunciata la scarsa collaborazione con gli inquirenti. Ora anche il contenuto dell'intervento di Napolitano presso la Procura è divenuto di pubblico dominio.

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