«Al Gleno assassinati dai tagli»
Presidio lavoratori: pronti allo sciopero

Riduzione del personale, problemi con le ferie, continui trasferimenti. Hanno protestato alla Casa di risposo del Gleno. Nel primo pomeriggio quasi una cinquantina di persone si sono date appuntamento per protestare sulle ultime scelte aziendali dell'istituto.

Hanno protestato uniti davanti alla Casa di risposo del Gleno. Nel primo pomeriggio di lunedì 18 febbraio quasi una cinquantina di persone si sono date appuntamento per protestare sulle ultime scelte aziendali dell'istituto. Cgil, Cisl e Usb hanno protestato con padelle, con maschere e striscioni. Si legge su un manifesto realizzato come gli annunci mortuari: «Ci hanno lasciato diritti, dignità e rispetto». E poi ancora: «Siamo assassinati dai tagli e dai business plan».

«Al Gleno si è affermato da tempo un sistema autoritario che, a volte si esprime con una modalità più sottile o più brutale a secondo del ruolo e della nazionalità dei lavoratori - spiegano i sindacati -. In coerenza con la pratica capitalista più feroce dell'era Marchionne, che utilizza il peggioramento della condizione di lavoro come strumento per recuperare risorse economiche, la dirigenza della Fondazione sta svolgendo perfettamente il mandato che gli è stato assegnato dalla politica e dalle istituzioni locali e regionali, quando si è deciso di privatizzare la Casa di Riposo e successivamente, quando si è scelto di affidare a questo consiglio di amministrazione la direzione del più delicato bene comune della città, il Gleno. Probabilmente con la voglia di liberarsi di un problema, le istituzioni hanno consegnato il Gleno praticamente senza porre condizioni, senza pretendere reali possibilità di controllo e di intervento in merito alla qualità del servizio e sulle garanzie occupazionali, queste ultime utilizzate soprattutto come mezzo di pressione per avere rientri economici tramite il salario accessorio dei lavoratori e più libertà di azione su diritti contrattuali».

«Ma questo evidentemente non basta, si vuole il controllo assoluto sui lavoratori, sulla loro vita lavorativa e privata. In questo contesto si colloca la decisione della direzione di non permettere più un meccanismo di fruizione delle ferie estive a turnazione, ma di sostituirlo con il solo diritto di "chiedere" ed aspettare l'autorizzazione o la negazione delle ferie a discrezione del responsabile del personale. La contrazione dell'orario di lavoro ha prodotto una riduzione del numero degli operatori e di conseguenza, un insostenibile aumento del carico di lavoro, la riduzione del numero dei riposi, la non possibilità di fruire dei riposi compensativi arretrati e ovviamente una naturale riduzione della qualità del servizio. La stessa logica di controllo si applica anche quando si impone agli operatori di cambiare reparto di continuo, senza alcuna giustificazione organizzativa e nonostante le più basilari raccomandazioni dell'assistenza geriatrica considerino determinante per i ricoverati avere dei punti di riferimento stabili negli operatori. Nessun lavoratore, secondo la direzione, deve pensare di avere un posto o un ruolo definito, ma essere sempre a disposizione, obbedire e trasferirsi».

E i sindacati concludono: «Ci preoccupa non poco, visto l'andazzo, l'immaginare cosa potranno ancora inventarsi questi dirigenti, anche in prospettiva del trasferimento nel Nuovo Gleno, soprattutto ora che il "mostro" si sta presentando in tutta la sua bruttezza. Come sarà vivere in un alveare circondati da edifici commerciali, residenziali, muraglioni e torri di 45 metri? A pochi giorni dalle elezioni nazionali e regionali, forze politiche, partiti e coalizioni non hanno speso una parola sul Gleno. Immaginiamo che se l'avessero fatto, non avrebbero potuto che partire dalle loro responsabilità. La responsabilità di aver permesso uno dei più grandi disastri dal punto di vista ambientale e umano che Bergamo abbia mai subito. Per quanto ci riguarda continueremo a sostenere i lavoratori e i pazienti, come sempre abbiamo fatto, anche vincendo battaglie importanti, con ogni mezzo utile, ogni volta che si proverà a toccare i diritti delle persone del Gleno». COn il presidio, le sigle sindacali hanno istituito lo stato di agitazione, pronte a ricorrere, se necessario, allo sciopero e chiedendo con urgenza un incontro con l'azienda.

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