Sei funzionari del Comune
indagati per la palestra Imiberg

Sono dieci gli indagati nell'ambito dell'inchiesta sul presunto abuso edilizio relativo alla realizzazione della palestra Imiberg. Il fascicolo trae origine da un esposto di alcuni abitanti di via Don Minzoni e via Anna Frank, che contestavano l'altezza della nuova palestra.

Sono dieci gli indagati nell'ambito dell'inchiesta sul presunto abuso edilizio relativo alla realizzazione della palestra Imiberg. Il fascicolo trae origine da un esposto di alcuni abitanti di via Don Minzoni e via Anna Frank, che - assistiti dallo studio legale di cui fanno parte gli avvocati Andrea Taricco, Donatella Costantini, Francesco Speranza e Francesco Dragoni - contestavano l'altezza della nuova palestra.

«La procura - commenta l'avvocato Taricco - si è affidata a una consulenza tecnica e ha svolto indagini che hanno permesso di sollevare aspetti della vicenda anche oltre quelli segnalati nel nostro esposto». La palestra è stata realizzata nel complesso scolastico di via Santa Lucia, di proprietà degli Istituti educativi di Bergamo, preso in affitto dalla Fondazione Maddalena di Canossa e dato in gestione alla cooperativa Imiberg.

Nel progetto iniziale l'edificio compariva come ipogeo per cinque metri e in superficie per due metri. Ma poi intervenne una variante, dovuta al fatto che fu scoperta una falda acquifera, e così l'altezza della palestra lievitò.

Il pm Franco Bettini nei giorni scorsi ha notificato l'avviso di chiusura delle indagini preliminari alle dieci persone ritenute a vario titolo coinvolte. Il legale rappresentante della Fondazione Maddalena di Canossa, Lino Bussei, il progettista Mauro Piantelli, il legale rappresentate dell'impresa costruttrice (la Nuovo Modulo di Vertova) Lorenzo Bernini e i direttore dei lavori Massimo Bressanelli figurano indagati con l'ipotesi di abuso edilizio.

Secondo le accuse, alla Dia (Dichiarazione di inizio attività) presentata nel 2007, poi soggetta a variante nel 2010, non erano stati allegati nei termini previsti alcuni documenti, fra cui il nulla osta della Sovrintendenza per i beni archeologici.

Fra gli indagati per abuso edilizio figurava anche l'ex deputato Renato Ravasio, in qualità di presidente degli Istituti educativi, ma il suo nome non compare nell'avviso di chiusura delle indagini: la sua posizione è stata stralciata.

È invece l'abuso d'ufficio il reato ipotizzato per sei funzionari del Comune di Bergamo. A Maria Giuditta Favale, responsabile del procedimento, Francesco Nicoli, responsabile dell'ufficio Interventi diretti e Massimo Casanova, dirigente sovraordinato ai primi due, viene contestato di «aver procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale agli Istituti educativi, nonché alla Fondazione Maddalena di Canossa, omettendo di annullare la Dia» ritenuta priva dei documenti necessari.

Per Giorgio Cavagnis, Gianluca Della Mea e Marina Zambianchi, in qualità di membri della commissione urbanistica e progettisti del Pgt, la questione riguarda la risposta data alle osservazioni al Pgt della Fondazione Maddalena di Canossa. Nelle loro controdeduzioni - osserva il pm - i tre avrebbero determinato «l'autorizzazione all'aumento di volumetria del 20 per cento della superficie lorda a pavimento della struttura principale», in area classificata invece come «risanamento conservativo che non consentiva aumenti volumetrici».

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