Villa di Serio, 79enne eredita 6 fucili
Se ne scorda: denunciata, poi assolta

Una 79enne di Villa di Serio, vedova da venti anni, si è trovata costretta ad affrontare un processo per detenzione illegale di armi, fortunatamente per lei terminato con l'assoluzione piena.Si era dimenticata di denunciare 6 fucili ereditati dal marito.

Ricevere un'eredità inaspettata in genere è una buona notizia, ma a volte - se il destino ci mette lo zampino - può anche essere più di danno che di beneficio: ne sa qualcosa una settantanovenne di Villa di Serio che, vedova da venti anni, si è trovata costretta ad affrontare, assistita dall'avvocato Federico Carnazzi, un processo davanti al Collegio del Tribunale di Bergamo per detenzione illegale di armi, fortunatamente per lei terminato con l'assoluzione piena. L'oggetto del contendere? Sei fucili da caccia del defunto marito, da lui regolarmente denunciati a suo tempo, ma di cui lei aveva ormai perso anche il ricordo, tanto che le armi si trovavano in soffitta sotto un telo coperte di polvere e ragnatele. Implacabile però la legge: chi eredita delle armi, anche se già dichiarate alle autorità, deve a sua volta denunciarle. In caso contrario scatta automatica la denuncia.

A rendere la vicenda ancora più paradossale l'origine della denuncia a suo carico: era stata proprio l'anziana, infatti, che nulla sapeva delle armi, rimaste chiuse in soffitta dal 1993, anno in cui aveva perso prima il marito e poi il figlio, a chiamare lo scorso novembre i carabinieri per denunciare di aver subito un furto. Loro avevano fatto un sopralluogo per cercare indizi e, in un eccesso di scrupolo, avevano controllato anche la soffitta: un locale non più in uso e accessibile solo con una scala precaria appoggiata al muro, in cui avevano scoperto un telo avvoltolato. All'interno, con sorpresa di tutti, anziana compresa, avevano scoperto sei fucili: un Beretta calibro 12 e un Kup Essen calibro 16 a due canne, un Beretta calibro 9 e un Franchi a canna singola, un automatico calibro 12 e infine una carabina Mannlicher 8x57.

Tutte armi denunciate regolarmente dal defunto marito dell'anziana (tranne il Franchi), ma di cui la donna poi non aveva saputo più nulla, rimuovendo anche il ricordo. Da denunciante (per il furto patito) si era quindi trovata denunciata e a processo per direttissima. Di fatto a salvarla dalla condanna proprio le prove della sua inconsapevolezza dell'esistenza stessa delle armi in casa: sentito su richiesta della difesa il carabiniere che aveva fatto il controllo, i giudici avevano infatti accertato la difficoltà di accesso alla soffitta e le condizioni delle armi. Assoluzione: il fatto non costituisce reato.

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