Il mercato immobiliare in crisi
Vendere si può, conta il prezzo

Non ci sono buone notizie per il mercato immobiliare. I dati del 2012 confermano che il crollo delle compravendite non si è ancora fermato, anzi. In città rispetto al 2011 diminuiscono del 18 per cento, in provincia del 21 per cento. Si vende, ma abbassando il prezzo.

Non ci sono buone notizie per il mercato immobiliare della Bergamasca. I dati del 2012 confermano che il crollo delle compravendite non si è ancora fermato, anzi. In città rispetto al 2011 diminuiscono del 18 per cento, in provincia del 21 per cento. E l'andamento dei mutui non è certo migliore: -42%.

Ad essere messo in crisi è l'intero settore dell'edilizia, che rappresenta da solo circa il 20 per cento del Pil bergamasco. Ma non solo. Anche le famiglie sono in difficoltà: la disoccupazione crescente, l'erosione del Welfare familiare e il contingentamento degli ammortizzatori sociali iniziano a influire pesantemente anche sui patrimoni. I servizi sociali, la Caritas e i sindacati degli inquilini da tempo denunciano l'aumento vertiginoso dei pignoramenti e delle richieste di sfratto a causa di insolvenze prolungate.

Ma aldilà della crisi, il mercato va al rallentatore anche per ragioni strutturali: in primis uno stock immobiliare poco adeguato alla già esigua domanda esistente e, proprio nel momento di maggiore fragilità del settore, una politica fiscale percepita come ingiusta e punitiva.

L'edizione 2013 di «Case & Terreni» (diretto da Gianfederico Belotti con il coordinamento editoriale di Antonello Pagani) fotografa la situazione (drammatica) del mattone bergamasco in uno degli anni più difficili e prova a mettere qualche paletto.

Spiega, per esempio, che se si vuole vendere bisogna abbassare il prezzo.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 25 marzo

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