Al via «Tablet School»
La scuola digitale funziona

Inizia oggi, venerdì, «Tablet Schhol», il primo meeting nazionale sull'apprendimento con le nuove tecnologie. Attesi al Centro congressi centinaia di giovani da tutta Italia, per un confronto aperto con adulti esperti. Dalle 8.30 clicca qui per la diretta

Gli studenti fanno e disfano e gli adulti ascoltano. Sono attesi venerdì 5 aprile in 580 al mattino e oltre 600 al pomeriggio da tutta Italia per «Tablet school», primo meeting nazionale della scuola digitale vista dagli studenti, che si terrà al Centro congressi Giovanni XXIII e al liceo Lussana.

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Tutto fatto dai ragazzi, a partire dal logo e dal nome, Tablet school, uscito da un concorso di idee. È realizzato dagli studenti anche il sito (www.tabletschool.it). E al convegno, senza relazioni, saranno loro sul palco a raccontare gioie e dolori della scuola digitale e a fare domande agli esperti in platea. Nel pomeriggio, il dialogo si trasformerà in laboratorio nelle aule messe a disposizione dal liceo Lussana, dove saranno benvenuti anche docenti e genitori.

Il meeting nasce da un'idea del Centro studi Impara Digitale, la rete delle scuole che da alcuni anni stanno sperimentando le tecnologie della comunicazione, capofila il liceo Lussana e alfiere la professoressa di Lettere Dianora Bardi, che è anche vicepresidente di Impara Digitale. Scopo del meeting è fare incontrare senza filtri la generazione che ragiona attraverso il digitale e gli adulti che per mestiere - perché docenti, editori, informatici - stanno costruendo la scuola tecnologica. Assodato che stiamo affrontando un passaggio culturale pari a quello dell'invenzione della stampa, cioè dell'irrompere di una tecnologia che rivoluziona la costruzione e la distribuzione del sapere, il tema per la scuola non è più «se» imparare a usare le tecnologie dell'informazione, ma capire quale didattica può essere costruita a partire dalle tecnologie.

«Per questo - spiega Dianora Bardi - è fondamentale ascoltare i ragazzi, perché per loro le tecnologie non sono un problema, ma un dato di partenza e un mezzo scontato. Se dobbiamo immaginare una scuola utile, non possiamo prescindere dalla loro collaborazione. Agli adulti spetta il compito, capito come i ragazzi imparano, di insegnare contenuti e metodi compatibili con il mondo che affrontano e con un lavoro che chiede capacità di autoformarsi, di risolvere i problemi, di discernere. Abbiamo pensato la giornata come un momento di crescita per tutti, perché il digitale può traghettare la scuola verso una didattica più adeguata».

Il Centro studi Impara Digitale ha messo a punto un metodo didattico con un'«eduteca» in cui sono catalogati 4.500 siti e un repository (cioè un deposito interattivo di documenti usati e chiosati dai docenti associati) validato dall'uso nelle classi e dagli editori. Il Centro è anche il punto di riferimento nazionale per la formazione dei docenti. In questi anni, solo le scuole che hanno affiancato all'uso delle tecnologie la riflessione sulla didattica hanno ottenuto risultati. Ma, nella loro marcia, hanno anche incontrato problemi infrastrutturali, limiti creativi, handicap economici.

E sono proprio gli studenti i sensori che rilevano per primi i nodi dell'apprendimento digitale e riescono a suggerire le soluzioni. Per questo Impara Digitale ha chiesto ad editori e aziende (fondamentale per la giornata il sostegno di Samsung e dei media partner tra i quali L'Eco di Bergamo) di presentare nei laboratori solo i prodotti davvero innovativi, sui quali sia possibile innestare una discussione vera, si tratti di app, ebook, banchi scolastici o dispositivi.

Il periodico specializzato Tuttoscuola seguirà la giornata, mentre tutto il dibattito del mattino potrà essere seguito in diretta sul sito web de L'Eco di Bergamo.

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