Calvenzano, un'ora di pura paura
«La pistola gelida sulla faccia»

Un'interminabile ora di puro terrore in ostaggio di due banditi armati di un fucile a canne mozze e di un lungo cacciavite. Goffredo Mazzola, imprenditore di 46 anni, ricorderà sempre così l'assalto dei rapinatori che hanno preso in ostaggio sua moglie e il suo bimbo.

Un'interminabile ora di puro terrore in ostaggio di due banditi armati di un fucile a canne mozze e di un lungo cacciavite. Goffredo Mazzola - imprenditore di 46 anni, titolare di quattro agenzie immobiliari «Studio casa» a Treviglio, Caravaggio, Romano e Cassano - ricorderà sempre così l'assalto dei rapinatori che hanno preso in ostaggio sua moglie e il suo bimbo di 2 anni.

I due banditi, col volto coperto da foulard e berretti in testa, probabilmente albanesi , lo hanno aspettato al rientro dal lavoro, nascosti sul pianerottolo della casa di via Perugia a Calvenzano.

«Il freddo della canna contro la pelle mi ha fatto capire che era un'arma vera», racconta l'imprenditore. Il cacciavite, con una punta di 20 centimetri, gli viene invece puntato alla gola.

«Hanno staccato tutti i quadri – spiega Mazzola –, poi ci hanno diviso: mia moglie è rimasta in salotto con uno e io sono stato portato di sopra, nella stanza, dove hanno continuato a minacciarmi». Intanto il bimbo continuava a piangere nel vedere i due genitori divisi e i due estranei in casa.

A L'Eco di Bergamo ha raccontato: «Durante la rapina ho avuto un grande senso di impotenza. Conosco un'altra vittima di un analogo fatto e, quando me lo raccontava, non riuscivo a immedesimarmi. Ora invece ci riesco benissimo. Gli schiaffi, invece, non mi hanno fatto male e nemmeno le fascette ai polsi, anche se ho ancora i segni».

Tutto il racconto su L'Eco di Bergamo del 13 aprile

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