Peia, addio alla festa della birra
Tensioni tra Comune e promotori

Avrebbe festeggiato i 18 anni di attività la «Festa della birra» di Peia che invece, annunciano gli organizzatori, viene definitivamente sospesa. Non si tratta di una sorpresa: negli ultimi anni erano emersi problemi nei rapporti fra i volontari e il Comune.

Avrebbe festeggiato i diciotto anni di attività in estate la «Festa della birra» di Peia che invece, annunciano gli organizzatori, viene definitivamente sospesa. Non si tratta di un fulmine a ciel sereno: negli ultimi anni erano emersi problemi nei rapporti fra i volontari e il Comune, riassunti in una lettera aperta diffusa in questi giorni.

La festa fu avviata nel 1995 dall'allora Commissione biblioteca, divenendo un vero e proprio evento con migliaia di giovani pronti a salire, ogni anno a luglio, al campo sportivo di Peia. «La Festa – scrivono i "Soci 'lla Bira" – è stata in grado non solo di attirare tante persone e animare l'estate del paese, ma anche e soprattutto di coinvolgere nella sua organizzazione molti volontari, abbracciando tutte le generazioni. La dimensione sociale è evidente non solo nella collaborazione di molti, ma anche nella volontà di devolvere tutto il ricavato in beneficenza».

La lettera punta il dito contro l'amministrazione comunale «che non solo non ha mai appoggiato la festa, ma che è arrivata a imporre ostacoli. Da alcuni anni il Comune ha imposto il pagamento di una tassa per l'occupazione del suolo pubblico. È curioso che il campo sportivo sia in gestione al Gruppo sportivo oratorio per tutto l'anno ad eccezione dei mesi di giugno e luglio, periodo della festa. L'evento ottiene l'autorizzazione solo a fronte del pagamento del servizio vigili: un'imposizione che apparirebbe sensata se non ci occupassimo già di fornire un servizio di sicurezza interna e il contributo dei carabinieri in congedo per la viabilità. L'esasperazione è ormai troppa, e l'idea di lottare contro il Comune per qualche cosa che esso stesso dovrebbe promuovere ci sembra inaccettabile. L'unione, la vitalità del paese, il volontariato, e l'amicizia rappresentano per noi il grande motivo d'orgoglio del lavoro svolto».

Il vicesindaco Santo Marinoni non ci sta e ribatte: «La festa ha creato problemi a Peia e ai suoi abitanti. Abbiamo visto troppo spesso persone ubriache e soste selvagge in ogni angolo. Vicini esasperati che si rivolgevano in Comune chiamando anche di notte il sottoscritto per l'impossibilità di accedere alla propria abitazione. I volontari possono svolgere un lavoro egregio, ma non hanno titolo per compiti diretti di ordine pubblico. Non apprezziamo il messaggio della festa, che sostanzialmente invita al bere, generando effetti devastanti nei più giovani».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 22 maggio

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