Turismo orobico in calo nel 2012
La provincia per il 2.2, l'Italia il 4%

Un anno - il 2012 - leggermente in ombra per il turismobergamasco, a causa della contrazione dei consumi che ha caratterizzato tutto il panorama nazionale. Possiamo comunque ritenerci moderatamente sodisfatti : le cose da noi sono andate meglio rispetto alla media del paese.

Martedì 18 giugno, nello spazio Viterbi della Provincia di Bergamo, l'assessore al Turismo Giorgio Bonassoli e il direttore Cestit di Università degli Studi di Bergamo Andrea Macchiavelli hanno presentato il rapporto 2012 elaborato dall'Osservatorio turistico della Provincia di Bergamo.

L'assessore al Turismo Giorgio Bonassoli ha ricordato l'importanza del lavoro di rete fatto dalla Provincia in questi anni, "un impegno che ha portato a una maggiore consapevolezza delle potenzialità turistiche bergamasche e ha permesso al nostro territorio di contenere su livelli accettabili il pesante calo delle presenze che anche quest'anno si è dovuto purtroppo registrare a livello nazionale”.

Un anno - il 2012 - leggermente in ombra, a causa della contrazione dei consumi che ha caratterizzato tutto il panorama nazionale. «Possiamo comunque ritenerci moderatamente sodisfatti - spiega il professor Andrea Macchiavelli -: le cose da noi sono andate meglio rispetto alla media del paese. Il calo di presenze nella Bergamasca è del 2,2% contro i quasi 4% a livello nazionale, anche grazie al fatto di avere un mercato estero che sostiene la domanda».

Cambiano le provenienze e l'Aeroporto di Orio funge da «valvola regolatrice».

L'Osservatorio turistico della Provincia di Bergamo
Con l'attività di analisi e studio dei fenomeni turistici nel territorio provinciale, l'Osservatorio turistico fornisce agli operatori pubblici e privati elementi e dati utili a comprendere i cambiamenti in corso: «Le analisi approfondite, ben supportate da dati certi, servono a elaborare strategie condivise con i Comuni e con altri enti del territorio e a portare avanti iniziative istituzionali per la promozione del turismo bergamasco», dichiara l'assessore Bonassoli.

L'Osservatorio si configura quindi come strumento capace di suggerire idee, innovazioni e strategie di lavoro per affrontare le sfide competitive di un settore in continua evoluzione.

Gli studi e le analisi condotti annualmente prendono spunto dalla convinzione che il turismo abbia un ruolo strategico nello sviluppo economico del territorio e debba essere, pertanto, orientato alla valorizzazione di un mix vincente di attrattività e servizi atti a garantire un'offerta sempre più competitiva sul mercato nazionale ed estero.

Il turismo si conferma come risorsa irrinunciabile per lo sviluppo economico, occupazionale e culturale dei territori. Tale fenomeno racchiude in sé tante sfaccettature che sono rappresentate dall'insieme delle attività che il turista richiede trovandosi temporaneamente lontano dalla sua residenza per le ragioni più svariate: piacere, affari, studio ecc. La motivazione del viaggio è sempre più orientata all'arricchimento della conoscenza e ciò comporta nel turista un'aspettativa crescente in termini qualitativi e quantitativi dei servizi.

Dati Area per Area

L'area montana
Registra il decremento più consistente di presenze, pari al 4,4%, in linea con l'andamento nazionale. Tenuto conto che si tratta di un'area di vacanza, quindi sensibile agli andamenti congiunturali, dove l'incidenza degli stranieri è molto bassa (16%), la lettura di questi dati è piuttosto positiva, considerato che le presenze degli italiani sono calate a livello nazionale del 7,9% e che l'anno precedente le presenze nelle Orobie erano cresciute del 10% circa.

Valle Seriana e di Scalve, calo di presenze del 7,7%
Valle Brembana resta sostanzialmente stazionaria (-0,3%)
Valle Imagna cresce del 5%., trend positivo in atto da pochi anni che premia nuovi investimenti ed una crescita qualitativa
Dal momento che la Valle Seriana pesa per circa il 60% delle Orobie, il suo trend negativo ha influito su tutta l'area. La maggiore tenuta va registrata in alta valle Brembana grazie alla fortunata stagione sciistica (-2,6%).
Su tutte le Orobie si avverte un calo degli stranieri.

L'area dei laghi
Riflette pienamente le tendenze nazionali, che indicano negli stranieri la fonte della tenuta del nostro turismo. Sui laghi, che rappresentano meno del 9% del turismo provinciale, si riscontra un assoluta stabilità delle presenze rispetto all'anno precedente (+0,1%), ma questo risultato è la media di un ottimo andamento dell'anno per le presenze stranieri (+7,6%) e di andamento negativo di quelle italiane (-3,9%).

L'area dell'Isola e della Pianura
Pesa per circa il 17% sul totale delle presenze provinciali ed è caratterizzata pressoché esclusivamente da presenze alberghiere. Si tratta di un area di turismo commerciale e professionale con presenze straniere di circa ¼, dove il primo paese di provenienza è la Romania e dove la permanenza media è molto bassa (1,5 giorni).

La Grande Bergamo
Registra un calo delle presenze, pari al -3,1%, sia degli stranieri (-2%), che degli italiani (-4%). Il fenomeno davvero significativo nella Grande Bergamo è relativo al tipo di ricettività: mentre nel comparto alberghiero le presenze diminuiscono del 6,4%, in quello extralberghiero (caratterizzato dalla ricettività famigliare, oltre che dagli ostelli) è aumentato del 13,4%, per effetto sia degli stranieri che degli italiani. La ricettività extralberghiera nella Grande Bergamo pesa ormai per 1/5 circa, in termini di presenze e, come si vede, sottrae una quota sensibile di domanda alle strutture alberghiere.

Il calo è concentrato sul settore alberghiero, mentre ha tenuto, e persino incrementato, l'extra-alberghiero, in particolare la ricettività cosiddetta familiare (Bed and Breakfast, affittacamere ecc.). Anche il turismo d'affari ha risentito della crisi che ha interessato tutte le attività produttive.


Solo Città di Bergamo
Tra i Paesi di provenienza dei turisti stranieri, quelli che incidono maggiormente sono Tedeschi (10,5%), Francesi (7,5%) e Spagnoli (6,6%). Molto bene, e in continua crescita, i Russi (3,9%) e in generale in Paesi dell'Est. Sui Laghi, preponderanza di tedeschi (19,9%) ma in forte crescita tutto il Nord Europa.

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