«Aiuta la mia famiglia e il Paese»
I pensieri nel santuario dell'Addolorata

In ginocchio davanti all'Addolorata per una preghiera, affidando pene e dolori che toccano famiglia, salute e lavoro. Sono pensieri affidati al «Quaderno» che raccoglie i pensieri dei devoti nel santuario dell'Addolorata di Borgo Santa Caterina.

In ginocchio davanti all'Addolorata per una preghiera, affidando pene e dolori che toccano famiglia, salute e lavoro. Sono pensieri affidati alla Madre di Dio e dell'umanità, nella certezza di essere ascoltati e nella speranza di essere esauditi («Ho chiesto una grazia, è stata esaudita. I miracoli esistono»). Tanti scrivono «Mammina cara», «Madonnina santa», «Ti mando un bacio», «Ti vengo sempre a trovare». Sono i contenuti del «Quaderno» che raccoglie i pensieri dei devoti nel santuario dell'Addolorata di Borgo Santa Caterina.

Il libro è collocato su un tavolino, vicino alla finestra di sinistra. Chi si avvicina per scrivere prima si guarda intorno, come per cercare ciò che oggi chiamiamo «privacy». La maggioranza dei pensieri riguarda la famiglia e la crisi che sta vivendo, i figli e il loro futuro. Così c'è chi invoca «un po' di serenità per la mia famiglia» e chi affida i propri cari alla Madonna: «I miei due figli maschi sono nelle tue mani», «Proteggi da ogni pericolo i miei famigliari che sono in vacanza», «Sii sempre la loro bussola». E ancora: «Ti affido mio figlio che si sposa», «Aiuta la mia famiglia, pensaci tu», «Un grazie di cuore per mio figlio, proteggilo sempre», «Aiutami a fare pace con mio figlio», «Illumina mio figlio in questo periodo buio», «Proteggi i miei familiari, ne abbiamo tanto bisogno», «Aiuta me e mia moglie in questo periodo difficile per noi», «Mantieni sempre unita la mia famiglia», «Proteggi i nostri giovani da ogni sbandamento».

C'è anche un pensiero, firmato da «Una figlia in lacrime», che fa intuire un dramma personale: «Veglia su quelle mamme che ignorano, umiliano e trascurano i figli. Assisti questi ragazzi che tanto soffrono e tanto piangono». Una preghiera è indirizzata ai genitori deboli e ai figli che ne approfittano. «Proteggi i nostri giovani dai loro genitori troppo deboli, succubi, accomodanti, che vogliono essere compagni o amici e non educatori dei figli. E fa' che i nostri giovani capiscano, insieme ai loro genitori, che la festa è finita e che il futuro è nero e incerto, perché non è più fatto di computer, sms, cellulari e griffe».

Molti pensieri sono legati alla realtà lavorativa e alla perdurante crisi economica. Il pensiero «Aiuta mio figlio a trovare lavoro» appare scritto più volte. «Ti affido i miei due figli, quello che sta per sposarsi e l'altro per il lavoro», «Non dimenticarti di chi cerca un lavoro e una casa», «Aiuta i miei due figli a trovare un lavoro», «Chiedo un lavoro per bene per il bene della mia famiglia e per poter pagare l'affitto». C'è poi uno scritto che fa intuire difficoltà ed egoismi sul lavoro: «Proteggimi dalle cattiverie di colleghi gelosi, repressi e ignoranti, che neppure capiscono la loro fortuna di avere oggi un lavoro sicuro e ben retribuito».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 14 agosto

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