«Mafia ecologica» in Lombardia
Uno su cinque in Bergamasca

La «Rifiuti Spa» in Italia gestisce un business miliardario. È un affare da 20 miliardi l'anno e che coinvolge direttamente anche le consorterie di stanza nella Bergamasca.

La «Rifiuti Spa» in Italia gestisce un business miliardario. È un affare silenzioso da 20 miliardi l'anno e che coinvolge direttamente anche le consorterie di stanza nella Bergamasca, dove si registra un quinto dei reati ambientali della Lombardia.

Il traffico illegale di rifiuti è un'attività criminale che riguarda, nel complesso, oltre 14 milioni di rifiuti pericolosi e scorie tossiche, illegalmente smaltite, veicolate, sotterrate o nascoste in aree dove sono presenti anche insediamenti residenziali, culture agricole e allevamenti animali. Si tratta delle cosiddette «ecomafie», oggi tra le più caratterizzanti espressioni degli strutturati gruppi criminali italiani, consorterie criminali camaleontiche e quindi in grado di differenziare i propri affari, pilotando le proprie bramosie su molteplici settori.

È il caso della camorra campana e della dominante 'ndrangheta calabrese, mafie tradizionalmente forti nel controllo del territorio, dove gestiscono, sempre più spesso sotto l'egida di strategiche alleanze e patti di non belligeranza, il traffico di stupefacenti, il contrabbando, lo sfruttamento della prostituzione, l'usura, il racket e, appunto, il florido business del traffico di rifiuti. La Bergamasca in tutto questo non è da meno.

Anche da noi sono presenti organizzazioni criminali cui sembra non creare preoccupazioni l'istituzione di organi di controllo come la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e l'Osservatorio ambiente e legalità. Secondo il «Rapporto Ecomafia 2012» di Legambiente, la Lombardia si colloca all'ottavo posto della classifica nazionale con oltre 1.600 reati ambientali (il 4,8% del totale nazionale) e 1.442 soggetti denunciati (100 più dell'anno precedente).

A partire dal 2002, anno di introduzione del Testo Unico dell'Ambiente, in Lombardia i casi accertati per organizzazione di traffici illeciti di rifiuti sono stati 62, le ordinanze di custodia cautelare 142, le persone denunciate 206, le aziende coinvolte 83.

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