È allarme procioni in Bergamasca
Scoperte colonie sull'Adda

Caratteristici, simpatici, ma anche nocivi per l'ambiente e portatori di malattie: sono i procioni che hanno messo radici nella Bergamasca. L'ultimo avvistamento di un procione che ha destato clamore è avvenuto a Levate.

Caratteristici, simpatici, ma anche nocivi per l'ambiente e portatori di malattie: sono i procioni che hanno messo radici nella Bergamasca. L'ultimo avvistamento di un procione che ha destato clamore è avvenuto a Levate: un esemplare è stato fotografato su un palo della luce.

Ma queste presenze stanno diventando un problema di non poco conto per il territorio bergamasco, già invaso da specie cosiddette nocive. E ciò perché questo animale, pur essendo originario dell'America del nord (Canada, Stati Uniti, Messico) nel secolo scorso è stato deliberatamente introdotto in Francia e Germania e da qui si è poi diffuso in Lombardia trovando un ambiente ideale lungo le sponde dell'Adda.

Avvistamenti sono stati segnalati fin dal 2004 e poi nel 2008. Negli ultimi anni si sono moltiplicati e, secondo gli esperti, vi sarebbero addirittura due o tre colonie nella zona di Fara Gera d'Adda nel Parco regionale dell'Adda Nord. Altre segnalazioni sono state fatte alla Forestale e ai vigili del fuoco per la presenza di procioni nei sottotetti di abitazioni, nei container dei rifiuti e anche nelle vicinanze del laghetto della Trucca vicino all'Ospedale di Bergamo. Ciò significa che il procione si sta diffondendo sempre più.

Il suo nome scientifico è Procyon lotor, viste le abitudini notturne nel classificarlo si scelse il nome della stella Procione, ma è chiamato anche «orsetto lavatore» per l'abitudine di immergere nell'acqua o sfregare nell'erba il cibo prima di mangiarlo. Il Procyon lotor, mammifero notturno, è comunque attivo anche di giorno alla ricerca di cibo (invertebrati, ma anche pesci, anfibi e roditori) diventando per lo più onnivoro. L'intero genere dei Procyionidae, però, non può essere allevato in cattività in quanto è inserito nell'elenco degli animali «che possono costituire pericolo per la salute e l'incolumità pubblica e di cui è proibita la detenzione», come stabilito dal Decreto del Ministero dell'Ambiente del 19 aprile del 1996. 

Sul problema dell'espansione dei procioni abbiamo sentito il parere di Enzo Mauri del WWF di Bergamo. «Il problema dei procioni - spiega - così come di altre specie alloctone presenti sul territorio bergamasco è il risultato di una carenza da parte degli enti preposti alla gestione di questi animali. In passato questa specie era addirittura commerciata ed era stata oggetto di ripetute segnalazioni affinché si interrompesse il disequilibrio ecologico che questi animali stavano provocando. Così come altri animali, ad esempio la tartaruga d'acqua dalle orecchie rosse che sta distruggendo la fauna ittica dei corsi d'acqua ed è in competizione con la tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) che è autoctona».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 19 agosto

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