Dura condanna del questore:
«Tifosi? Sono solo delinquenti»

«Non c'è da ragionare con chi si comporta in questo modo, non si può parlare con qualcuno che ti dice "di qui non si passa perché è il mio territorio" o che prepara un agguato con il solo scopo di creare confusione». Parole del questore Dino Finolli.

Non c'è da ragionare con chi si comporta in questo modo, non si può parlare con qualcuno che ti dice "di qui non si passa perché è il mio territorio" o che prepara un agguato con il solo scopo di creare confusione. Non so nemmeno se questa gente va a vedere la partita, non credo proprio».

È amaro lo sfogo del questore Dino Finolli il giorno dopo gli scontri di domenica sera prima di Atalanta-Torino. Il bilancio finale non è pesante in termini di feriti, con un tifoso atalantino e un poliziotto del reparto mobile di Torino finiti al pronto soccorso per contusioni.

Dottore, cominciamo male.
«Da quando ho dichiarato che i tifosi si sono comportati bene hanno iniziato a comportarsi male. E io, da buon napoletano, sono superstizioso. Scherzi a parte mi dispiace che ci sia stato un esordio così, anche perché non c'erano motivi di tensione legati alla partita in sé, alla classifica. Sono scontri nati esclusivamente per rompere le scatole, per creare scompiglio».

Il bilancio degli scontri non è stato grave, fortunatamente.
«Eravamo organizzati e avevo chiesto rinforzi, chi c'era domenica avrà visto il numero delle forze dell'ordine impiegato. Siamo riusciti a fronteggiare gli ultrà e a evitare che la situazione degenerasse. Alla fine si è trattato di cento persone, contro le ventimila che vanno a vedere la partita. Ma non possiamo discutere con queste persone, anzi chiamiamole con il loro nome: sono delinquenti e dovrebbero essere allontanati, tenuti ai margini della società, la loro presenza non può essere giustificata».

Avete identificato qualcuno degli ultrà coinvolto negli scontri?
«Stiamo visionando i filmati, ci stiamo lavorando ma ci vuole tempo. Le indagini sono in corso e al momento non abbiamo preso alcun provvedimento».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di martedì 3 settembre

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