Fiorano, scatta l'esodo dalla banca
«Anche se per ora è poca cosa»

In sordina e alla spicciolata, l'esodo è iniziato. Qualche famiglia, un po' di milioni di euro. «Poca cosa», dicono gli addetti ai lavori. Ma chi ha deciso di lasciare la filiale Private di Intesa Sanpaolo a Fiorano al Serio c'è.

In sordina e alla spicciolata, l'esodo è iniziato. Qualche famiglia, un po' di milioni di euro. «Poca cosa», dicono gli addetti ai lavori. Ma i numeri fotografano l'inizio di una tendenza: chi ha deciso di lasciare la filiale Private di Intesa Sanpaolo a Fiorano al Serio c'è, e comincia a guardarsi intorno. Inutile sottolinearlo, la concorrenza era in attesa.

E infatti i primi investitori «traditi» o comunque circospetti si sono presentati alle filiali della media Valle Seriana, chi portando con sé il suo gruzzolo, chi per chiedere consulenza e riservarsi - di fatto con la mezza promessa - di valutare il da farsi. Anche se «i più decidono di aspettare finché la situazione non sia ben definita e la banca non rifonderà loro i soldi mancanti» prospetta un direttore di filiale della media valle.

I tempi sarebbero infatti lunghi, «anche perché, se è vero che si dovrà scavare indietro per parecchi anni, il sistema informatico immagazzina i dati fino a un certo periodo, due-tre anni» poi si deve andare per scartoffie. Il principale bacino degli investitori che fanno capo al Private di Fiorano è - e non potrebbe essere altrimenti - la Val Gandino.

Che di banche ne ha parecchie. Molti (ex) clienti di Benvenuto Morandi operano infatti anche su altri istituti, e a questi alcuni si sono rivolti, dopo la bufera scoppiata a luglio. In questi ambienti non si parla volentieri della vicenda. Questione di fairplay, ma anche del «danno all'immagine delle banche, già di fatto tartassate - spiega un direttore -, che questo fatto ha arrecato». Qualcosa, però, si dice. Come che «distrazioni di denaro sono possibili soprattutto in entrata».

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