Scarcerato dal pm, fa festa
Si ubriaca, condannato a 6 mesi

Gli era andata bene la prima volta, scarcerato subito dopo l'arresto su disposizione dello stesso pubblico ministero, ma forse proprio il successo gli ha dato alla testa, visto che ha «ben» pensato di festeggiare ubriacandosi e dare poi il peggio di sé davanti alla caserma dei carabinieri.

Gli era andata bene la prima volta, scarcerato subito dopo l'arresto su disposizione dello stesso pubblico ministero, ma forse proprio il successo gli ha dato alla testa, visto che ha «ben» pensato di festeggiare ubriacandosi e dare poi il peggio di sé davanti alla caserma dei carabinieri. Così alla fine le manette sono scattate una seconda volta, e in questo caso è arrivata pure la condanna penale per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Protagonista del singolare episodio A. M., marocchino di 37 anni, e il fatto si è svolto nell'arco di due giornate. Il prologo domenica, quando il trentasettenne era finito nei guai per una lite avvenuta all'interno di un bar e i carabinieri di Casazza, intervenuti, lo avevano arrestato. Dopo una prima fase in cui il suo destino sembrava essere quello di finire in carcere in attesa dell'interrogatorio di convalida da parte del giudice per le indagini preliminari, la situazione si è rapidamente capovolta: valutato meglio il fatto e considerata l'incensuratezza del marocchino, lo stesso pm ha deciso di dargli una seconda chance, rimettendolo in libertà lunedì.

Una notizia ottima, che ha convinto il trentasettenne a darsi ai festeggiamenti: dopo aver bevuto parecchio, però, la festa in serata ha deciso di spostarla proprio davanti alla caserma dei carabinieri, tempestandoli di insulti e minacce. Ha perfino tentato di scavalcare la recinzione della caserma, e alla fine i militari hanno deciso di farlo entrare per identificarlo e controllarlo. Una volta all'interno lui ha dato però in escandescenze, e a farne le spese è stato un maresciallo, colpito con una testata al petto.

A quel punto sono scattate le manette per la seconda volta, e ieri il trentasettenne è stato processato per direttissima: «Festeggiavo il fatto di essere stato liberato, poi avevo bevuto molto e non ricordo cosa è successo», ha spiegato al giudice Ilaria Sanesi, assistito dall'avvocato Andrea Bergami. Alla fine ha chiuso la vicenda patteggiando sei mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale della pena.

T. T.

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