Lampedusa, centinaia di morti
Il dolore del Papa e di Napolitano

Nuova tragedia dell'immigrazione a Lampedusa. E stavolta i numeri sono quelli di una strage. Un barcone con 500 persone a bordo è naufragato a circa mezzo miglio dall'isola dei Conigli e ha preso fuoco. Sinora 110 i corpi recuperati, tra i quali anche quelli di donne e di quattro bambini; 151 le persone tratte in salvo, mentre in centinaia mancano ancora all'appello. Venerdì in Italia giornata di lutto nazionale - CLICCA QUI PER GLI AGGIORNAMENTI

Nuova tragedia dell'immigrazione a Lampedusa. E stavolta i numeri sono quelli di una strage. Un barcone con 500 persone a bordo è naufragato a circa mezzo miglio dall'isola dei Conigli e ha preso fuoco. Sinora sono 110 i corpi recuperati,tra i quali anche quelli di donne e di quattro bambini; 151 le persone tratte in salvo, mentre in centinaia mancano ancora all'appello. E uno dei presunti scafisti, un giovane tunisino raccolto tra i superstiti, è stato fermato dalla polizia.

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«È una vergogna» ha detto a braccio il Papa, la cui prima visita era stata non a caso a Lampedusa. È un'«immane tragedia», il commento del premier Enrico Letta. Intanto il vice premier Angelino Alfano è in partenza per Lampedusa per mettere a punto i primi interventi. E anche l'Unione europea esprime «tristezza» per quella che è una «vera tragedia».

I migranti tratti in salvo sono in gran parte profughi provenienti da paesi dell'Africa sub sahariana, eritrei e somali soprattutto. Partito presumibilmente dalle coste libiche, il barcone sarebbe prima naufragato e poi andato in fiamme dopo che era stato dato fuoco a una coperta, nel tentativo di attirare l'attenzione di un peschereccio che transitava nei pressi. Le fiamme si sarebbero poi propagate all'imbarcazione, incendiandola, a causa di una perdita di carburante.

«È un orrore» ripete tra le lacrime il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, mentre, sul molo, assiste all'arrivo delle barche cariche di cadaveri.Le salme che si trovano al momento sul molo Favarolo a Lampedusa, ma saranno trasferite nell'hangar dell'aeroporto perché «nella camera mortuaria non c'è più spazio. Siamo in piena emergenza» dice Pietro Bartolo, responsabile del Poliambulatorio dell'isola. Prima del tragico naufragio altri due barconi, con a bordo complessivamente 463 migranti, erano stati soccorsi in nottata al largo di Lampedusa.

LO SDEGNO DI NAPOLITANO - «Siamo ormai dinanzi al succedersi di vere e proprie stragi di innocenti, sino alla più sconvolgente questa mattina a Lampedusa, che non si può girare attorno alla necessità assoluta di decisioni e azioni da parte della Comunità internazionale e in primo luogo dell'Unione Europea». «È indispensabile stroncare il traffico criminale di esseri umani in cooperazione con i paesi di provenienza dei flussi di emigranti e richiedenti asilo. Sono pertanto indispensabili presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di disperazione e di morte. Papa Fran cesco ha parlo di vergogna, io posso solo aggiungere verogna e orrore». Lo dice Giorgio Napolitano sul naufragio di Lampedusa. 

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IL DOLORE DEL PAPA - "Mi viene la parola vergogna: è una vergogna!". È un grido carico di dolore quello di papa Francesco per "l'ennesimo tragico naufragio avvenuto oggi al largo di Lampedusa". Si rinnova per il Pontefice con grande angoscia - e dinanzi ancora a un numero impressionante di morti in mare - la motivazione che, come primo viaggio del pontificato, l'8 luglio scorso lo portò proprio a Lampedusa. Il Pontefice, toccato nel profondo dalle notizie in arrivo dall'isola sulle decine e decine di annegati, tra cui tante donne e bambini, nell'ultimo naufragio, ha aggiunto frasi molto sentite al termine del discorso che stava pronunciando ai partecipanti al convegno del dicastero Giustizia e Pace sui 50 anni della "Pacem in terris" di Giovanni XXIII.

«Parlando di pace, parlando della inumana crisi economica mondiale, che è un sintomo grande della mancanza di rispetto per l'uomo, non posso non ricordare con grande dolore le numerose vittime dell'ennesimo tragico naufragio avvenuto oggi al largo di Lampedusa», ha detto. «Mi viene la parola vergogna: è una vergogna!», ha quindi esclamato. «Preghiamo insieme Dio per chi ha perso la vita - ha detto ancora il papa Bergoglio -, uomini, donne, bambini, per i familiari e per tutti i profughi. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie. Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle».

Poco prima, il Papa aveva diffuso sulla sciagura di Lampedusa anche un messaggio su Twitter: «preghiamo Dio per le vittime del tragico naufragio a largo di Lampedusa». Riferendo poi ai giornalisti delle riunioni in corso in Vaticano tra il Papa e il «consiglio dei cardinali» per la riforma della Curia, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, non ha mancato di sottolineare il significato delle parole del Pontefice. «Parole molto forti, molto espressive - le ha definite Lombardi -, dinanzi a una cosa veramente drammatica, cifre forti, che aumentano, con tantissime vittime e anche altre persone coinvolte».

Lombardi ha ricordato la visita dell'8 luglio scorso e «il momento in cui sulla motovedetta siamo passati davanti alle coste di Lampedusa proprio nel luogo dove ci sono state vittime di naufragi in passato e il Papa ha gettato la corona di fiori in memoria delle vittime».

Tragedie «particolarmente dolorose che nonostante l'impegno, nonostante i richiami e i moniti continuano ad avvenire con cifre impressionanti». Oggi, ancora di più, ha aggiunto il direttore della sala stampa vaticana, «capiamo il valore e il significato di fare lì il suo primo viaggio e questo atto di preghiera e di meditazione davanti a queste tragedie terribili».

Fausto Gasparroni (ANSA).

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