Jimmy Ruggeri, 2 colpi alla nuca
I funerali saranno celebrati lunedì

«Jimmy» Ruggeri, il fratello dell'ex presidente dell'Atalanta, freddato sabato 28 settembre a Castelli Calepio, è stato raggiunto da quattro proiettili calibro 9, dei quali due hanno raggiunto il 44enne alla nuca, uno alle spalle, mentre uno ha colpito di striscio una mano.

«Jimmy» Ruggeri, il fratello dell'ex presidente dell'Atalanta, freddato sabato 28 settembre a Castelli Calepio, è stato raggiunto da quattro proiettili calibro 9, dei quali due hanno raggiunto il 44enne alla nuca, uno alle spalle, mentre uno ha colpito di striscio una mano.

È l'esito dell'autopsia eseguita al Papa Giovanni XXIII di Bergamo giovedì 3 ottobre dal dottor Antonio Osculati, dell'Istituto di medicina legale di Pavia, e alla quale hanno partecipato anche la dottoressa Carmen Pugliese, il pm titolare dell'inchiesta, e i carabinieri del Nucleo investigativo. L'esame autoptico è durato circa due ore. Ora il dottor Osculati avrà 60 giorni di tempo per consegnare la sua relazione al pm.

È stato confermato che l'omicidio è stato opera di killer professionisti. Soltanto un proiettile non sarebbe andato a segno. Dopo il colpo alla schiena, che ha gravemente ferito Ruggeri, e quello di striscio a una mano, l'assassino si è avvicinato al 44enne per giustiziarlo letteralmente con i due colpi alla nuca. Un'esecuzione in piena regola.

La salma di Ruggeri, che è stato ucciso da due sicari arrivati in moto dopo essere sceso dalla sua Range Rover per dirigersi a piedi nella palestra di Castelli Calepio, nel tardo pomeriggio è stata trasferita a Telgate, dove è stata allestita la camera ardente. I funerali del 44enne sono stati fissati lunedì 7 ottobre alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di Telgate.

Intanto sono al vaglio degli inquirenti il centinaio di telecamere dei sistemi di videosorveglianza comunali dei tre paesi attraversati quella mattina di Jimmy, ovvero Telgate, Grumello del Monte e Castelli Calepio. Il nodo da sciogliere è: perché Jimmy è stato ucciso? Sono aperte più strade, la pista più accreditata resta quella del regolamento di conti.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di venerdì 4 ottobre

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