Davanti al gip per un «Vaffa»
Ma è solo volgarità o è un reato?

Entrato nel (sempre più scurrile) gergo comune. Capace di conquistare la dimensione lirica di una canzone (Marco Masini). Elevato addirittura a parola d'ordine politica (Grillo). Eppure, il classico «vaffa» resta sul confine tra volgarità e reato.

Entrato nel (sempre più scurrile) gergo comune. Capace di conquistare la dimensione lirica di una canzone (Marco Masini). Elevato addirittura a parola d'ordine politica (Grillo). In ribasso nella sloganistica ultrà (il che dimostra l'ormai annacquato potere offensivo del termine). Eppure, il classico «vaffa» resta sul confine tra volgarità e reato.

Ne sa qualcosa A. F., 56 anni, inquilino di una casa Aler di via Ungaretti, denunciato dopo una lite di pianerottolo con una vicina e ora in bilico tra un rinvio a giudizio per ingiurie (più danneggiamento e molestie) e l'archiviazione chiesta dal pm Giancarlo Mancusi.

Lei, che abita al piano di sotto, si lamentava delle briciole che avevano pralinato i panni stesi sul balcone, già interessati da una pioggia di candeggina (ecco dove starebbe il danneggiamento), e degli spostamenti di sedie notturni (molestie) provenienti dall'appartamento di sopra.

Lui, di fronte alle rimostranze della donna, l'aveva investita con un'invettiva in cui c'erano scappati pure un «fatti i c... tuoi» e un «vaffa». La vicina l'aveva querelato, ma il pm ha scelto di chiedere l'archiviazione, ritenendo la materia più di competenza del galateo che del codice penale. Il gip Tino Palestra ha comunque fissato la camera di consiglio, riservandosi la decisione.

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