Cronaca / Bergamo Città
Martedì 15 Ottobre 2013
La polenta provoca il tumore?
Ma dottore, ci faccia il piacere...
Un regime alimentare a tutto polenta, come in uso - almeno un tempo - nel Nord-Est, può nascondere dei rischi legati alla presenza di fumonisine, delle tossine che, in forti concentrazioni, possono indurre tumori all'esofago. Voi che ne dite? Commentate
Un regime alimentare a tutto polenta, come in uso - almeno un tempo - nel Nord-Est, può nascondere dei rischi legati alla presenza di fumonisine, delle tossine che, in forti concentrazioni, possono indurre tumori all'esofago oltre a rallentare l'assunzione di acido folico, e ciò nelle gestanti diventa un grave fattore di rischio. Lo ha detto, in occasione del convegno organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, Roberto Defez, primo ricercatore Consiglio Nazionale Ricerche, Istituto di Genetica e Biofisica del Cnr Napoli.
Nel suo intervento dedicato allo «sviluppo sost-edibile», Defez ha ricordato che nel 2007 il Regolamento 1126 ha introdotto un tetto delle fumonisine nei prodotti alimentari, differenziando il valore nell'alimentazione destinata agli adulti da quella dei bambini. Secondo una analisi effettuata dal ricercatore Cnr «su 77 polente in commercio, la composizione di quelle da agricoltura biologica avrebbe un valore di fumonisine due volte superiore alla media. Chiedo un'etichetta trasparente - ha detto Defez - con indicazioni delle fumonisine di quello specifico campione in commercio».
Defez ha poi ricordato studi pubblicati che indicano Pordenone, dove la polenta rientra nelle abitudini alimentari locali, come la terza città in Europa per alta correlazione di tumori all'esofago, ma gli autori degli studi indicano anche come fattori di rischio le grappe, il caffè, e la polenta quando è bollente.
Le repliche - «Invece di provocare falsi allarmismi su incidenze fantasma di tumori poco frequenti, pur di garantire futuro alle pratiche di modificazione genetica», si rifletta «sul rischio cui sottopongono la popolazione e l'ambiente con comportamenti sconsiderati, esecrati e fuorilegge». È la critica che Associazioni Aiab, Aprobio, Isde, Legambiente e Wwf muovono nei confronti di una presunta correlazione tra cancro all'esofago e consumo di polenta calda, grappa e caffè, specie nella provincia di Pordenone. Secondo le associazioni, «si tratta di argomenti vecchi di decenni e buoni per il secondo dopoguerra. Negli ultimi 60 anni sono cambiati stili di vita e abitudini alimentari che non trovano differenze in tutto il Triveneto». Vengono anche riportati dati di Diego Serraino, Direttore dell'Epidemiologia e Biostatistica del Cro Aviano e Responsabile Registro Tumori Fvg in base ai quali nel 2007 l'incidenza del cancro dell'esofago era per i maschi di 3.2/100.000 in Italia, 6.5 in Francia, 9.5 in United Kingdom; 7.5 in Fvg e per femmine: 0.8 Italia, 1.5 Francia, 3.6 UK nelle donne, 1.8 in Fvg.
«Quindi - concludono Aiab, Aprobio, Isde, Legambiente e WWF - nel 2007 il Fvg ha tassi sovrapponibili alla Francia e minori del Regno Unito, come il resto del Nord Italia; mentre l'Italia nel complesso ha i tassi più bassi di Europa».
In conclusione, dunque, la polenta provoca il tumore? Ma dottore - direbbe Totò - ci faccia il piacere....
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