Il Consiglio di Stato ha deciso:
la pista di Orio la farà la «Vitali»

La palla avvelenata era in mano al Consiglio di Stato che ha deciso: l'appalto per il rifacimento della pista dell'aeroporto di Orio tocca all'associazione temporanea di imprese guidate dalla Vitali di Cisano. Lavori previsti a maggio del 2014.

La palla avvelenata era in mano al Consiglio di Stato che ha deciso: l'appalto per il rifacimento della pista dell'aeroporto di Orio tocca all'associazione temporanea di imprese guidate dalla Vitali di Cisano. Lavori previsti a maggio del 2014. 

Ha prevalso dunque il ricorso di Sacbo contro la sentenza del Tar di Brescia che, lo scorso 4 settembre, aveva invece accolto il ricorso della Cavalleri, l'impresa di Dalmine che era esclusa dalla gara per il rifacimento della pista. Una storia molto intricata.

In discussione c'era un appalto da oltre 40 milioni di euro che Sacbo aveva assegnato all'Ati guidata dalla Vitali di Cisano Bergamasco e composta altresì dalla milanese Gavazzi, la bergamasca Artifoni e la Valle Infrastrutture. O meglio, in prima battuto l'appalto era stato provvisoriamente aggiudicato proprio all'Ati capeggiata dalla Cavalleri.

In sede di esame dell'offerta era però emersa l'assenza da parte di una delle associate di un requisito stabilito per legge: «Peraltro contestato solo dopo l'aggiudicazione provvisoria e non anche nella più opportuna sede della valutazione dell'esistenza dei requisiti d'ammissione» aveva poi rilevato il Tar. Da qui l'assegnazione alla Vitali & co, con conseguente ricorso degli esclusi.

I giudici bresciani avevano comunque ritenuto non decisiva la questione dell'assenza del requisito, rimettendo in corsa la Cavalleri. Che però, nel frattempo, aveva presentato domanda di concordato preventivo: una complicazione nella complicazione. Non per il Tar, però. Così la Cavalleri era rimasta (più o meno) in pista e l'appalto era tornato all'Ati da lei capeggiata.

Sacbo aveva però fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar. Non tanto per una preferenza per questa o quell'Ati (anche se l'offerta Cavalleri & soci costava 2 milioni in meno...), ma soprattutto per avere qualche elemento di certezza in un appalto delicatissimo. Perché a maggio 2014 è prevista la chiusura dello scalo per 3 settimane e il trasferimento dei voli a Malpensa durante il rifacimento della pista: ritardi non sono dunque ammissibili.

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