«Mi ha sparato 3 colpi: è stato lui»
Il colpo di scena arriva al processo

«Isso è stato – e l'indice teso verso l'imputato, Salvatore «Sasà» Di Marco, 42 anni di Pontirolo –. Tre colpi qua dietro m'ha sparato», indicando la propria nuca. Una frase inaspettata, articolata a fatica, con l'aiuto anche dei gesti, l'accento napoletano, e che ha spiazzato tutti o quasi.

Paolo Vastarella, napoletano di Codogno, 49 anni, vittima di un tentato omicidio il 19 luglio del 2010, ha deposto al processo contro il suo presunto aggressore, e a sorpresa per la prima volta lo ha riconosciuto e indicato come il responsabile.

E il colpo di scena ha trasformato il processo - da indiziario che era - a un qualcosa di più concreto, almeno per ora: è avvenuto davanti al Collegio del Tribunale di Bergamo presieduto dal giudice Giovanni Petillo, napoletano a sua volta e in qualche momento costretto a far suo malgrado anche da interprete in aula per gli altri, proprio per bocca della persona offesa.

Interrogato inizialmente dalle parti e poi soprattutto - per ovviare alle difficoltà - dal presidente del Collegio, Vastarella ha mostrato di essere in netta fase di ripresa dopo il tentativo di omicidio nei suoi confronti: colpito da tre proiettili alla nuca e lasciato svestito nei boschi di Colle Pedrino, sopra Palazzago, dato per morto anche se sul colpo di grazia la pistola del killer si sarebbe inceppata, era stato trovato due giorni dopo in condizioni disperate ma ancora vivo, ed era sopravvissuto a tutto.

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