Cronaca
Martedì 27 Gennaio 2009
Grossman: Per non dimenticare
mettiamoci nei panni delle vittime
Lo scrittore israeliano David Grossman ha portato in Provincia la sua profonda e toccante testimonianza sul valore della Giornata della Memoria, senza dimenticare la violenza e... Entra nella notizia per la diretta al Donizetti
Lo scrittore israeliano David Grossman ha portato in Provincia la sua profonda e toccante testimonianza sul valore della Giornata della Memoria, senza dimenticare la violenza e l’odio che ancora vivono nel presente. Lo ha fatto in una cornice di cordialità e ospitalità, accolto dal presidente della Provincia, Valerio Bettoni, prima in un incontro privato nell’Ufficio Presidenza e successivamente nella conferenza stampa organizzata nello Spazio Viterbi del Palazzo Provinciale che ha fatto da preludio al convegno al Teatro Donizetti di Bergamo.
Lo scrittore israeliano è stato salutato con affetto del presidente Bettoni che ha ricordato la necessità e l’importanza di guardare al passato per costruire una società migliore, senza violenza e crudeltà. Nella conferenza stampa allo Spazio Viterbi, David Grossman ha prima di tutto espresso la propria meraviglia nel vedere la bellezza e l’attenzione che Bergamo ha dimostrato di avere verso la Giornata della Memoria e la Shoah: «Mi sono meravigliato e commosso nel vedere la bandiera italiana a mezz’asta da Città Alta – ha detto lo scrittore -. È stato un momento emozionante, che va al di là delle parole». Parlando proprio del significato della ricorrenza del 27 gennaio ha sottolineato quale sia il vero valore del ricordo: «A volte il ricordo rischia di diventare un clichè che non sentiamo e di cui non capiamo il senso e così la Shoah diventa un simbolo vuoto. Per ricordare veramente quello che è successo bisogna cercare di mettersi nei panni delle vittime e dei carnefici e chiederci come ci saremmo comportati e come avremmo reagito. È l’unico modo per ricreare la durezza e la crudeltà di quegli anni».
Dal passato al presente, David Grossman ha voluto aprire una finestra su come si vive oggi in Israele: «Vivo in un Paese che è oberato dalla pesante memoria della Shoah – ha detto lo scrittore -. Viviamo le nostre vite con la consapevolezza che l’esistenza è fragile e questa è la nostra ansia continua». Parlando del conflitto nella Striscia di Gaza, Grossman ha definito quanto succede «una vera e propria atrocità. Israele ha usato una forza eccessiva e Hamas ha sparato razzi. Israele e Palestina si sono ritrovati sulla via dell’odio e della violenza». E ricollegandosi con il senso della Shoah ha voluto lanciare un appello: «Vi chiedo di non paragonare la Shoah con la guerra di oggi. Sarebbe scandaloso e renderebbe quanto è successo in passato una banalità». L’ultimo intervento di Grossman è stato un messaggio di speranza per il futuro: «Sarà un lungo processo ma sono sicuro che riusciremo a risolvere questa situazione perché i nostri ideali sono forti».
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