Bossi a Bergamo: «La Lega
ha l'identità. Non temiamo il Pdl»

Il leone è sempre lui e il suo popolo lo sa. La malattia l'ha provato, ma di certo non gli ha tolto la scena. Umberto Bossi sale sul palco e interrompe Roberto Castelli, scherza con lui in un botta e risposta sulle opere che «l'ingegnere», sottosegretario alle Infrastrutture, sta portando a casa per la Lombardia. Lancia l'intervento in cui Carolina Lussana chiede che «gli aiuti alle banche non restino negli istituti ma vadano a sostegno delle imprese».

Affianca il segretario provinciale Cristian Invernizzi che contrattacca all'Udc. Batte il pugno sul banco insieme a Nunziante Consiglio mentre il neoparlamentare rassicura i cacciatori sulla necessità di riformare la legge in materia. E il suo popolo è lì che applaude, soprattutto perché da festeggiare c'è una cosa, si chiama federalismo fiscale.

Bossi che è fautore della riforma e ministro titolare coglie l'occasione rappresentata dal comizio orobico: «Martedì alla Camera arriva la nostra riforma - dice -. È vero, poi dovrà tornare al Senato, ma ci siamo, ci siamo. È stata una faticaccia e adesso è una vittoria. Si parla di federalismo dalla caduta del Muro di Berlino e con quello fiscale si entrerà in un sistema concorrenziale. Sarà la fine del super peso della politica, dell'assistenzialismo. Il federalismo fiscale dà le risposte alla gente, lascia ai Comuni i soldi del territorio, dà voce ai cittadini che pagano le tasse». Ed è lì, sul voto in Aula, «che vediamo i nostri amici e i nostri nemici». Ammettendo che finora «la sinistra si è comportata bene. Castelli ha trattato con la sinistra, l'ha fatto bene. Il Pd si asterrà? Non lo so, lo spero».

In fatto di risorse ai Comuni, Bossi tocca un tema spinoso, vedi risanamento dei conti di Roma e Catania: «Lo Stato non poteva lasciare che colassero a picco. Era da fare, ma non è giusto...». Nell'auditorium del liceo Mascheroni, stipato di militanti, ieri sera Bossi ha aperto la campagna elettorale dei lumbard, toccando soprattutto temi della politica nazionale. Uno su tutti, il partito unico del centrodestra che verrà alla luce il prossimo finesettimana. Paura di essere schiacciati? «Neanche un po'». Anzi, il contrario. «Noi abbiamo l'identità», chiosa. «Non temo niente. Il partito dei padani è troppo forte. Posso trattare col Pdl, ma da lì a temere...».

Nella fusione fra An e Forza Italia c'è pure il rischio che qualcosa vada storto: «Nella base c'è una difficoltà a mettersi insieme - riflette il senatùr - In alto mescolare è facile: fai una cena e mescoli. Ma nella base ci sono quelli che non hanno guadagnato niente. Il partito non è del segretario, è della base, e lì è difficile mettersi assieme, secondo me».

È questo il motivo per cui «io - aggiunge - ho sempre avuto paura di di mischiare. Io ascolto la base». Bossi si augura comunque che il Pdl possa avere successo. Ma alla domanda se il partito sarà veramente unito risponde: «Non so. Non sono un mago e non voglio parlare male degli amici. Se lo vogliono glielo auguro, solo che è difficile».

Certo i rapporti con il Pdl godono di buona salute, e si capisce anche quando il discorso finisce sulla sicurezza e sulle 101 firme di alleati che criticano parti del pacchetto di Maroni: «Guardate che noi siamo fermi ma non stupidi. Siamo gente che tratta, che ragiona sulle cose. Sappiamo che per far passare le leggi occorre avere i voti». E il piano case, con le sue volumetrie? Come si concilia con la battaglia della Lega a difesa del territorio? «La gente può essere interessata a questo piano, quindi si va avanti».

Ma senza scavalcare gli Enti locali: «Bisogna che Berlusconi - sottolinea il senatur - tenga presente le competenze delle Regioni, con cui deve trattare altrimenti si mettono per traverso, esce una guerra, uno scontro». Fin qui il Pdl, ma è sull'Udc che dal comizio lumbard parte la bordata. A replicare a Pierferdinando Casini che proprio da Bergamo ha annunciato che il suo partito andrà «da solo al primo turno», replica Invernizzi: «Vogliono andare da soli al primo turno? Benissimo - incalza dal palco -. Ma si ricordino, per l'eventuale secondo turno, di prenotare l'hotel al mare visto che allora non correranno con noi. Dall'Udc smettano di dire che la Lega è capace di solo di fare le patatine alla feste, perché la Lega sa amministrare. A Casini e ai suoi - conclude - facciamo un augurio: quello di cinque anni all'opposizione».

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