Antonio Di Pietro: «Il Pd?
Rassegnato a perdere»

Antonio Di Pietro ha parlato mercoledì sera a Romano di Lombardia, in piazza Roma. Preceduto dagli interventi della sua squadra di candidati (Gabriele Cimadoro per la Provincia, Marylin Fusco per l'Europa, Emilio Tognoli per il Comune di Romano) Di Pietro ha utilizzato tutta la tastiera antiberlusconiana (fino al «virus berluschino» che può infettare i cittadini), evitando però scivolate sul privato e indicando invece l'economia a rischio, le infrastrutture carenti e il «bullismo istituzionale» come principali emergenze del Paese, insieme alla giustizia e al «razzismo crescente». Quanto alla sicurezza, ha ricordato il taglio dell'85% delle risorse destinate alle forze dell'ordine. A margine, Antonio Di Pietro ha risposto ad alcune domande de L'Eco di Bergamo.
Di Pietro è democratico o populista?
«L'Idv è un partito popolare nato spontaneamente e non vuole connotarsi ideologicamente, sta facendo opposizione al governo Berlusconi, a ragion veduta, sulla politica economica, istituzionale, giudiziaria».
La mozione di sfiducia al premier cosa risolve?
«La mozione di sfiducia si sa bene che è minoritaria, serve per aprire un dibattito sulla compatibilità morale e politica del presidente del Consiglio».
Per ora l'unico risultato è avere due mozioni dell'opposizione che vanno ciascuna per la sua strada, con reciproco scambio di epiteti. Il Pdl sarà contento.
«Il Pd è rassegnato alla sconfitta e cerca di recuperare i voti in uscita verso l'Idv. Farebbe meglio a fare autocritica invece di criticare gli alleati».
D'Alema ha detto che Di Pietro cerca il palcoscenico, Casini che ha fatto autogol. Franceschini ha dichiarato che l'avversario è Berlusconi ma il battibecco continua. Il povero elettore di centrosinistra cosa deve pensare?
«Ci sono due Pd, quello del territorio dove con l'Idv si sta realizzando un nucleo di alternativa e quello della dirigenza politica fatto di invidia e insoddisfazione. Noi facciamo politica, non è colpa nostra se gli elettori ci premiano».
È sicuro che il saldo sarà positivo? Qualcuno la chiama la spalla di Berlusconi.

«Spalla è chi vota contro coscienza per tenersi la poltrona. Ogni voto all'Idv resta all'interno di una coalizione riformista che chiede legalità, solidarietà e libertà»
Cosa dice del caso Noemi? «L'Idv contesta le decisioni pubbliche, l'assenza di una politica economica credibile che mette in difficoltà le imprese e migliaia di persone. La gente è preoccupata per la propria famiglia, non per quella del premier».
La sentenza Mills è di febbraio, perché avete aspettato a protestare fin dopo il deposito della sentenza? Non è troppo tardi?
«Deve dirlo al Pd, noi sul lodo Alfano abbiamo già raccolto un milione di firme in tempi non sospetti».
L'elettore penserà che, visto che continuate a litigare, tanto vale stare dall'altra parte.
«Dall'altra parte litigano ancora di più. La lotta di potere Pdl-Lega in Lombardia è evidente per l'Expo e per Malpensa. Alla Lombardia son rimaste solo Brebemi e Pedemontana, che avevo messo in cantiere io».
Berlusconi ha copiato il vostro disegno di legge sulla riduzione dei parlamentari?
«Noi l'abbiamo presentato l'anno scorso e ripresentato martedì e la maggioranza ha deciso di non metterlo all'ordine del giorno. Quindi Berlusconi prende in giro gli italiani».
Cosa vuol dire che l'Idv è post-ideologico?

«Che giudichiamo caso per caso. Abbiamo detto di sì a federalismo e respingimenti». Com'è il vostro elettorato? «Trasversale, giovane, competente. E si informa sul web perché i canali ufficiali sono occupati».
Di Pietro però non fa lo sciopero della sete come Pannella.
«Faccio otto comizi al giorno, 600 in tutto, preferisco nuotare piuttosto che affogare».
I giornali inglesi dicono che in Italia la democrazia è in pericolo.
«Hanno ragione: la magistratura è bloccata, il Parlamento alza la mano a comando e l'informazione è unidirezionale».
La stessa cosa che dice Berlusconi...
«Sì, ma lui ha le tv e i giornali e nomina i dirigenti Rai da casa sua».
È vero che Di Pietro dice una cosa e poi ne fa un'altra?
«È vero che abbiamo promosso il referendum, ma nel frattempo la situazione è cambiata. Mi hanno insegnato a guardare dove metto i piedi».
E la storia delle sue infinite proprietà immobiliari?

«Affidata ai magistrati, a ogni illazione faccio causa».
La Costituzione non si cambia?
«Di sicuro non da persone che vogliono rendere inutili strumenti di democrazia come la Corte costituzionale, il Consiglio di Stato, la Corte dei conti soprattutto».
Perché soprattutto la Corte dei conti?
«Perché nessuno lo dice, ma ogni giorno la Corte dei conti sanziona il governo per danni all'erario».

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