Clusone, acqua ridotta
dopo la frana

È stata ripristinata una situazione regolare nella fornitura d'acqua per i 1.500 abitanti di Clusone che risiedono nelle località «Pregunì», «Murù» e «Meraviglie», e nelle vie Trieste, Gorizia, del Volontariato, Barbarigo, San Defendente, dei «Caaleer», che venerdì 26 giugno sono restati senza acqua a causa della rottura di una tubazione di adduzione che fornisce il bacino principale, dovuta a uno smottamento in quota a Valzurio. Un grosso danno che ha creato non pochi problemi a queste persone e ai tecnici della ditta che gestisce il rifornimento idrico, Uniacque di Bergamo, che si sono messi al lavoro venerdì stesso per garantire un approvvigionamento almeno minimo.

Da subito è stato dunque raccomandato un uso parsimonioso dell'acqua perché ben presto i tre bacini che riforniscono la cittadina si sono svuotati. «Raccomandazione che vale ancora - ha spiegato ieri Uniacque -. La situazione è rientrata nella norma, nessuno è più senza acqua, in primis perché si è attinto a bacini limitrofi e poi perché è stato fatto un by-pass al canale interessato che comunque non garantisce una fornitura in quantità normali. Questo nuovo condotto provvisorio infatti non ha la stessa portata di quello rotto per cui la gente dovrà portare pazienza ancora per almeno due, tre settimane e collaborare risparmiando acqua finché non verrà ripristinato il flusso abituale con la sistemazione del canale interessato dal danno. Raccomandiamo dunque un uso razionale affinché tutti possano avere acqua sufficiente».

I tecnici hanno fatto un sopralluogo in quota anche sabato 27 per capire se era necessario un altro by-pass o se era sufficiente quello installato. I lavori che porteranno al ripristino della situazione normale comporteranno anche l'utilizzo di macchine e di elicotteri vista la zona impervia e serviranno appunto due o tre settimane per ultimarli. Dopo il ripristino della condotta il versante interessato sarà stabilizzato dallo Ster (ex Genio civile); inoltre il sindaco Guido Giudici ha firmato un'ordinanza per vietare il lavaggio delle automobili e l'innaffiatura dei giardini che comporterebbero un grave dispendio di acqua.

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