Legambiente: «Iseo inquinato»
E «bandiera nera» alle montagne

Legambiente boccia il Sebino e le Valli Seriana Superiore e di Scalve. Per la Goletta Verde il lago d'Iseo è inquinato in nove punti: 5 sulla sponda bergamasca, 4 sulla sponda bresciana. L'associazione ambientalista assegna poi la «bandiera nera» a Val Seriana Sup. e Val di Scalve e i Comuni di Valbondione, Colere e Gromo.

Legambiente boccia il Sebino e le Valli Seriana Superiore e di Scalve. Per la Goletta Verde il lago d'Iseo è inquinato in nove punti: 5 sulla sponda bergamasca, 4 sulla sponda bresciana. L'associazione ambientalista assegna poi la «bandiera nera» a Val Seriana Sup. e Val di Scalve e i Comuni di Valbondione, Colere e Gromo

LAGO D'ISEO
Per Legambiente il «Sebino è pulito per decreto della Regione Lombardia». I dati dei monitoraggi sono stati presentati dall’associazione in una conferenza stampa. «Sono ancora una volta le foci dei fiumi e torrenti il problema del lago d’Iseo - recita un comunicato -. Ben 6 dei nove punti che Legambiente ha rilevato fuori dai limiti sono infatti in prossimità di foci. E per alcuni di questi sono conferme rispetto alle analisi dell’anno scorso. Sulla sponda bergamasca del Sebino infatti anche per quest’anno è preoccupante la situazione presso la foce del torrente Borlezza a Castro dove le acque sono risultate fortemente inquinate. La stessa condizione anche per le foci del fiume Oglio e del torrente Rino. Inoltre inquinati un tratto di costa a Parzanica e uno a Costa Volpino. Sulla sponda di Brescia si confermano fortemente inquinati anche i due punti di Pisogne: presso la foce del canale e al Porto Vecchio. Inquinati infine sono risultati le foci del Rio Calchere a Sulzano, e quella del torrente Cortelo a Iseo».

Per Legambiente «la nuova normativa sulla balneazione (d.lgs. 116/2008) adottata dalla Regione trasforma in puliti ben tre punti dei nove riscontrati inquinati da Legambiente. A ricevere una bella ripulita sono dunque la spiaggia Il Bersaglio a Costa Volpino, il tratto di costa a Parzanica e la foce del torrente Cortelo ad Iseo». «La situazione del lago d’Iseo non è affatto migliorata dall’anno scorso e le promesse degli amministratori non hanno trovato riscontro nei fatti – dichiara Barbara Meggetto, direttrice Legambiente Lombardia -. I casi del torrente Borlezza e del fiume Oglio sono infatti emblematici di una situazione che si ripete uguale da anni. Inoltre in tutto il bacino sono presenti 275 sfioratori che senza un adeguato sistema di separazione delle acque bianche da quelle nere contribuiscono a riversare nel lago, quando piove, enormi quantità di batteri fecali e non solo.

VALLI SERIANA SUPERIORE E DI SCALVE
Legambiente boccia ancora una volta le comunità montane Val Seriana Superiore e Val di Scalve e i Comuni di Valbondione, Colere e Gromo, assegnando lo la bandiera nera nell’ambito della campagna per la difesa e valorizzazione delle montagne. Queste le motivazioni: «Per il proseguimento di un modello di sviluppo turistico montano che, a partire dall'unificazione del comprensorio sciistico della Presolana, vuole riprodurre gli errori di un turismo aggressivo e speculativo». «Il progetto di comprensorio sciistico unico di Gromo-Spiazzi, Valbondione-Lizzola e Colere-Vilminore, su 60 ettari di territorio protetto – spiegano a Legambiente - è una gravissima minaccia incombente sul Parco delle Orobie Bergamasche e sulla zona speciale di conservazione (ZSC). Purtroppo gli enti proseguono nella loro marcia di avvicinamento al progetto, avendo avviato il procedimento di modifica del Piano Territoriale Provinciale (PTCP) e la procedura di valutazione ambientale strategica (VAS) che si sarebbe dovuta chiudere, nelle intenzioni delle istituzioni, a inizio 2009 per iniziare i lavori. Tuttavia nel mese di febbraio di quest’anno, anche grazie alle osservazioni di Orobievive (coordinamento di associazioni ambientaliste di cui Legambiente è fondatrice), la Regione Lombardia, con decreto n. 1455 del 17/02/2009, ha espresso un giudizio severo nella valutazione d'incidenza del progetto, arrestando per ora la chiusura del procedimento di VAS. Tra le prescrizioni si afferma che “si esclude la possibilità di realizzazione di impianti di innevamento artificiale”, considerazione che da sola dovrebbe definitivamente fermare la realizzazione del progetto, dato che siamo intorno ai 2.000 mt di quota e con esposizioni dei versanti sfavorevoli al mantenimento del manto nevoso».

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