Allatta nella sala ristorante
L'Hotel la fa allontanare

«Ho subito un trattamento discriminante. Credo che una madre debba poter vivere in tutta serenità una vacanza, libera di allattare al seno il proprio figlio senza per questo essere invitata ad allontanarsi dalla sala ristorante di un albergo, perché penso che il bene di un bambino vada sempre tutelato. Anche per questo avevamo scelto un "family hotel"». Roberta Rossini, 36 anni, cardiologa dei Riuniti residente in città, avrà un brutto ricordo della vacanza di quattro giorni sulle Dolomiti con il marito e le loro due bambine, una di due anni e mezzo e la seconda di soli cinque mesi. Dopo aver allattato per due volte la bimba nella sala ristorante dell'albergo quattro stelle di Madonna di Campiglio dove alloggiavano - ha raccontato -, è stata invitata dal maitre di sala, su indicazione del direttore della struttura, a non ripetere il gesto una terza volta e a spostarsi eventualmente in un'altra saletta.

«Mi è stato detto che alcuni clienti si erano lamentati per i due precedenti episodi - racconta la cardiologa, già tornata in città -. Sono andata a chiedere direttamente al direttore dell'albergo se fosse proprio così e lui mi ha confermato, sottolineando che si trattava solo di un atto di cortesia nei miei confronti. Era l'ultima sera della nostra vacanza, ormai otto giorni fa, quindi la questione non si è più riproposta». La cardiologa ne fa però una questione di principio: «Si è trattato di un episodio discriminante nei miei confronti, ma in generale mi fa porre la domanda: una madre che non è libera di fare una vacanza o di compiere un gesto tanto naturale come l'allattamento nella sala di un albergo, tra l'altro indicato come "family", cosa dovrebbe fare? Starsene sempre chiusa in casa?».

Anche per questo la richiesta del maitre ha stupito la cardiologa: «Tra l'altro Bianca si era messa a piangere e quindi il fatto di allattarla l'ha calmata: sicuramente il pianto in sala poteva dare più fastidio, anche se lì per lì non ci ho nemmeno pensato e ho compiuto il gesto naturale di allattarla. L'ho sempre fatto in modo discreto, giusto per farla addormentare. Nel primo caso eravamo a pranzo e c'erano diversi altri clienti in sala; nel secondo, invece, eravamo a cena, c'erano meno clienti e tra l'altro ci trovavamo in una zona più isolata della sala rispetto al pranzo precedente: ci avevano cambiato il tavolo, non saprei dire se per caso, oppure già a seguito del primo allattamento».

La sera successiva, all'inizio della cena, alla cardiologa bergamasca si è avvicinato il maitre di sala: «Un po' imbarazzato mi ha riferito un messaggio della direzione: se avessi voluto ancora allattare, mi sarei dovuta allontanare dalla sala. Non capisco: una madre deve andare in bagno per allattare? Andare in vacanza con un bimbo piccolo deve diventare un fastidio? Allattare è un gesto utile per un bambino, è risaputo ed è stato ribadito anche dall'Organizzazione mondiale della sanità. E tra l'altro è un gesto che non si può programmare. Per questo le abitudini di un bambino dovrebbero restare le stesse anche quando la famiglia è in vacanza».

All'hotel trentino la replica è affidata alla responsabile dell'ufficio stampa: «Da parte del direttore e della proprietà della struttura c'è rammarico per l'episodio. Confermiamo che ci sono state delle lamentele da parte degli altri clienti perché l'allattamento è avvenuto in una sala aperta al pubblico. Ci spiace tuttavia per l'inconveniente, soprattutto perché la nostra struttura è un family hotel. La signora non è comunque stata invitata a uscire dalla sala, ma solo a spostarsi di qualche tavolo. Siamo rammaricati soprattutto per come la questione è stata gestita: il direttore, ricevute le lamentele di alcuni clienti, ha dovuto accontentare le loro richieste e conciliarle con le esigenze della signora Rossini. Forse questo passaggio non è stato gestito nel migliore dei modi e per questo siamo dispiaciuti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA