Ricongiungimenti con documenti
falsi: quattro egiziani nei guai

Sono finiti in carcere in quattro, tutti egiziani. È il risultato cui ha portato l'indagine della Squadra Mobile della Questura di Bergamo: gli agenti si erano insospettiti per l'aumento delle richieste di ricongiungimento familiare presentate proprio dagli egiziani. Così hanno prima svolto accertamenti sui documenti che erano stati presentati, poi attraverso l'ambasciata italiana al Cairo hanno avuto conferma che timbri e firme erano falsi.

Allora è scattata la trappola. Ieri mattina due immigrati si sono presentati allo sportello per ritirare il permesso di soggiorno, per il quale a giugno avevano presentato letteralmente «carte false». Invece che con il permesso in tasca, i due egiziani se ne sono andati in manette, portati in carcere in stato di fermo di polizia giudiziaria con le accuse di produzione di documenti falsi al fine di ottenere il permesso di soggiorno e ricettazione. Si tratta di due uomini di 25 e 22 anni: una donna egiziana residente ad Arcene, che era con loro, è stata denunciata perché aveva dichiarato di offrire ospitalità ai due.

Stessa scena agli sportelli della Questura anche ieri pomeriggio: quando due egiziani - due uomini di 28 e 37 anni - si sono presentati per consegnare la documentazione, falsa, sono stati arrestati. Il più vecchio è un immigrato regolare, residente a Casirate: nell'operazione di ricongiungimento era il presunto parente «italiano» dell'altro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA