Coinvolta in un attacco a Kabul
illesa  la bergamasca Gina Di Meo

Un reparto di militari Usa e soldati afghani con cui si muoveva la giornalista italiana free lance Gina di Meo, per anni residente a Bergamo e collaboratrice del nostro giornale, è stato attaccato sabato sera 15 agosto quando rientrava al campo base di Kharwar - provincia afghana di Logar, a sud-est di Kabul - da un commando talebano.
Il bilancio dello scontro, ha detto la stessa Di Meo è stato di almeno due talebani e un soldato dell'esercito afghano (Ana) morti.

«Sto bene, anche se me la sono vista brutta» ha precisato la giornalista che ha raccontato di essere uscita sabato mattina, come unica «embedded», con un gruppo di 100 uomini, la metà americani della Task Force Spartan (una sorta di alpini) e l'altra metà militari afghani. Gina di Meo è nata ad Avellino 39 anni, ha vissuto fino ad alcuni anni fa a Bergamo per poi trasferirsi a New York dove vive ora e lavora come giornalista. «Era una operazione per bonificare il territorio del distretto di Kharwar dove c'è forte presenza talebana - ha ancora spiegato Gina Di Meo - e dove il 20 agosto si voterà per la prima volta. L'operazione consisteva nell'avvicinare gli abitanti di un villaggio per controllarne l'identità chiedendo i documenti elettorali, ma è subito emersa ambiguità per la reticenza del capo villaggio e le contraddizioni nelle risposte della gente».

Mentre il reparto si ritirava, «e quando eravamo a poche centinaia di metri dalla base - ha aggiunto Di Meo - siamo stati investiti da colpi di mitra, proiettili di mortaio e razzi Rpg. Una pioggia di fuoco durata quasi 45 minuti». La giornalista si trova ora nella base di Kharwar da dove lunedì 17 agosto ripartirà con i militari Usa per un'altra operazione nella stessa zona.

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Eco di Bergamo Gina Di Meo a Kabul