Scuola, stangata anche quest'anno
Servono 500 euro per ogni alunno

Anche quest'anno l'appuntamento con il «caro libri» per le scuole si ripresenta puntale. L'anno scorso, secondo l'associazione Altroconsumo, il 46% delle scuole era off limits. E quest'anno, nonostante l'impegno di molti presidi e professori, dalle prime verifiche i tetti massimi di spesa per l'acquisto dei testi scolastici previsti dal ministero dell'Istruzione sono ancora troppe volte superati: secondo le stime dell'Adoc a livello nazionale il 51% delle scuole secondarie di secondo grado, relativamente al primo anno di corso, sforerà il tetto di spesa per i testi scolastici fissato dal Ministero della Pubblica Istruzione.

Ogni alunno, tra libri e materiale, costerà circa 500 euro. La differenza di spesa più elevata, sempre secondo l'Adoc, si registra nei licei, dove il costo dei libri sarà maggiore del 14% rispetto a quanto previsto dal ministero. Sono dati nazionali, ma nella Bergamasca la situazione non sembra essere molto diversa. Il tetto massimo stabilito nel caso della scuola secondaria di I grado (le ex medie) è di 286 euro per le classi prime, 111 euro per le seconde e 127 euro per le terze. Per quanto riguarda invece la scuola secondaria di II grado (la vecchia media superiore), si passa da un minimo di 120 euro (previsti come tetto massimo al V anno dell'istituto professionale Servizi sociali) ai 370 euro previsti per il III anno del liceo classico. Cesare Quarenghi, preside del liceo Lussana, è tra quelli che sono riusciti a contenere le spese. «Non ho permesso a nessuna delle nostre classi - dice Quarenghi - di superare i limiti del ministero.

In realtà, secondo quanto presentatomi a metà maggio, c'era una decina di classi che prevedeva una eccedenza, ma alla fine su mia sollecitazione anche tutte sono rientrate nei tetti ministeriali». Sul come sia stato possibile, il preside mette le cose in chiaro. «Non è cosa improba. Bisogna mettersi d'impegno e affrontare con decisione la questione. L'anno scorso, quando abbiamo avuto un 20-30% di superamenti (con i tetti superati di circa 50 euro), avevamo preso per quest'anno l'impegno a non "sforarli". Cosa che siamo riusciti appunto a ottenere». Eddy Locati, Adiconsum, affronta il tema su due fronti. «Da un lato - attacca Locati - vedo che, nonostante i tetti ministeriali, ogni anno ancora troppe scuole li superano. Per questo da tempo chiediamo che ci sia un intervento più drastico da parte del ministero: i tetti così come sono non servono a molto, occorre un'azione più impositiva. Dall'altro lato è necessario però che gli istituti, soprattutto quelli superiori, comincino ad applicare le norme che prevedono la possibilità di usare i testi on line: in questo modo si possono risparmiare molte risorse». Silvio Petteni, segretario regionale dell'Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche), punta invece l'indice sul sottoutilizzo di troppi testi scolastici.

«Capita ancora di frequente - osserva Petteni - che dei libri di testo, soprattutto di materie "secondarie", siano utilizzati per poche pagine, a volte neanche quelle. Ci deve quindi essere da parte degli insegnanti la correttezza nello scegliere dei libri che effettivamente servono. C'è però un altro aspetto: la responsabilità dei genitori nelle scelte riguardanti l'attrezzatura scolastica (zaini, grembiuli, astucci e via dicendo). Forse ascoltando meno la pubblicità si possono fare acquisti più economici senza privare i figli della qualità». Un tasto premuto anche da Umberto Dolci, di Federconsumatori, che aggiunge: «Non si vuole fare la morale a nessuno - dice Dolci - ma oltre al fatto che ancora troppa gente con i prodotti scolastici ci marcia troppo (per esempio, perché si fa cambiare il testo quando sono state aggiunte solo delle foto o modificate poche frasi?) anche i genitori dovrebbero fare scelte meno vincolate alla moda inseguita dai figli». Poi la stoccata finale ai buoni scolastici dati dalla Regione. «Distribuiti in questo modo - osserva Dolci - si rischia di fare dei grandi pasticci. Perché la Regione invece non acquista direttamente dalle case editrici i libri e li "gira" a chi ne ha bisogno?».

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