Al test per la facoltà di Ingegneria
80 sufficienze su 460 partecipanti

Gli aspiranti ingegneri che si iscrivono alla facoltà di Ingegneria di Dalmine sanno poco, e altrettanto poco si impegnano. Lo sostiene uno studio realizzato da Tullio Caronna, docente di Chimica nella facoltà, che da due anni raccoglie ed elabora i risultati del test d'ingresso che viene affrontato a inizio anno dai neo iscritti.

A proposito di quello dello scorso 2 settembre, sui 460 ragazzi che hanno sostenuto la prova in poco più di 80 hanno raggiunto la sufficienza, mentre più della metà, oltre 260, ha ottenuto un punteggio che si è attestato tra i 30 e i 60 centesimi.

Solo una sessantina ha preso tra i 50 e i 60 punti, che corrisponderebbero a una insufficienza non grave, mentre in circa 200 non hanno raggiunto nemmeno i 50/100.

Il test non è una prova selettiva, perché ad Ingegneria non esiste il numero chiuso, serve però ai docenti per farsi un'idea della preparazione di chi andrà a seguire i loro corsi.

«I numeri parlano da soli – afferma il prof. Caronna -. E l'altro dato che va sottolineato, insieme a quello della sostanziale impreparazione di questi ragazzi, è il fatto che nella seconda parte della prova la concentrazione cala verticalmente e vengono fuori punteggi ancora più bassi». Il test è infatti costituito da cinque parti: logica, comprensione verbale, matematica 1, scienze e matematica 2.

Per sostenerlo i ragazzi hanno a disposizione due ore e mezza e sembra che allo scoccare della seconda ora la concentrazione crolli.

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