Delitto di Vertova: una vicina
riconosce in aula l'imputato

Nell'udienza di venerdì 16 ottotre per il delitto di Vertova che vede come imputato il senegalese Alì Ndiogou, 40 anni, accusato di aver ucciso a coltellate il 24 luglio 2008 Maria Grazia Pezzoli, imprenditrice di 45 anni, c'è stata l'importante deposizione di una vicina di casa della vittima che ha riconosciuto l'imputato: l'aveva visto uscire dalla porta della casa della vittima il giorno dell'omicidio, proprio nell'ora in cui Maria Grazia Pezzoli è stata uccisa.

Ndiogou, ex dipendente del marito della vittima, avrebbe ucciso la donna nell'ufficio sul retro dell'abitazione dopo essersi visto rifiutare i 48 mila euro che reclamava dopo un licenziamento ritenuto ingiusto. A incastrarlo sarebbero le prove del Dna.

Nella vecchia aula della corte d'assise in piazza Dante, presidente Aurelia Rita Del Gaudio, Mariella Civino, vicina di casa ha testimoniato di essere rientrata a casa in macchina verso le 13,30 del 24 luglio 2008 e di aver notato Alì Ndiogou lasciare la casa dell'imprenditrice. Non l'aveva riconosciuto quando le erano state mostrate diverse foto nel corso delle indagini perché la foto dell'imputato non c'era, ma aveva riconosciuto successivamente l'extracomunitario durante un servizio in televisione. 

La donna ha anche raccontato che in un primo tempo le indagini si erano concentrate su un altro extracomunitario, Moctar Diop, perché lei aveva riferito agli inquirenti una confidenza che le aveva fatto una volta Maria Grazia Pezzoli in merito alla minaccia di Diop di tagliarle la gola se non le avesse dato dei soldi. La testimone ha rievocato pure i momenti successivi all'omicidio, quando aveva visto il marito della donna, Giuseppe Bernini, piangere in cortile.

Nel pomeriggio è arrivata anche la deposizione del marito, che ha descritto come ha trovato la vittima: quando l'ha vista a terra - ha detto - ha pensato a un suicidio, non si è avvicinato ed è corso fuori urlando e piangendo. C'erano dipendenti che avevano fatto questioni di soldi - ha proseguito - ma mai avrebbe pensato che potessero essere nemici capaci di uccidere. Ndiogou non gli era venuto in mente perché era due anni che non lo vedeva, anche se sapeva della causa in corso.

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