Abusi sulla figlia della compagna
E prima le somministrava alcolici

Prima di abusare di lei, le faceva bere alcolici. Sono i nuovi dettagli che emergono riguardo al caso dello straniero (romeno, non albanese, contrariamente a quanto pubblicato sul giornale di sabato) arrestato nell’Alto Sebino con l’accusa di violenza sessuale e maltrattamenti.

L’uomo, 37 anni, secondo le accuse costringeva la figlia quindicenne della sua convivente a concedersi minacciando di picchiare la madre. Per questo giovedì è finito in carcere, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pm Gianluigi Dettori e firmata dal giudice per le indagini preliminari, Ciro Iacomino. Ieri mattina il gip ha sottoposto lo straniero all’interrogatorio di garanzia: lui si è difeso negando gli abusi, ma il giudice ha deciso che deve restare in carcere.

Violenza sessuale su minore, minacce e maltrattamenti sono le contestazioni a suo carico. I fatti, per l’accusa, si sarebbero consumati tra l’agosto e il dicembre scorsi in un paese al confine con la Valle Seriana, dove l’uomo abitava con la convivente ucraina e la figlia quindicenne di quest’ultima.

Il romeno avrebbe più volte costretto ad avere rapporti sessuali la ragazza, minacciando di picchiare la madre. Minacce, secondo le contestazioni, tutt’altro che campate per aria, perché per l’accusa il convivente era solito malmenare la donna. Così la mattina, mentre l’ucraina era al lavoro come donna delle pulizie, l’uomo avrebbe preteso rapporti sessuali dalla ragazza. In alcune occasioni, sempre stando all’accusa, il romeno avrebbe portato la quindicenne in riva al lago, appartandosi con lei in auto. Infine, i due hanno anche trascorso una notte in un albergo di un paese limitrofo a quello di residenza. La quindicenne non aveva potuto dire di no. Ultimamente non c’era più nemmeno bisogno che il romeno la minacciasse: sapeva benissimo che, se avesse rifiutato di concedersi, l’uomo avrebbe malmenato la madre.

A far emergere la drammatica vicenda è stata una discussione della giovane col fidanzatino. Lei aveva rivelato al ragazzo cosa era costretta a subire dal convivente della madre, lui l’aveva spronata a rivolgersi ai carabinieri.

Quanto alla madre, sarebbe stata oggetto di continui maltrattamenti. Stando alle contestazioni, non poteva portare in casa amiche e doveva avere sempre con sé il cellulare, anche quando andava in bagno: se l’uomo l’avesse chiamate senza ottenere risposta, infatti, l’avrebbe malmenata. In un’occasione, stando alle indagini, sarebbe stata percossa per il semplice fatto di essersi accomodata sul sedile anteriore di un’auto accanto a un altro uomo, che aveva dato un passaggio alla coppia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA